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Mollo tutto e vado via

Mollo tutto e vado via

A cura di Michelangelo Pasini

Perché abbiamo iniziato dalla Croazia?

Le prime tappe di un viaggio a tempo indeterminato sono decisamente difficili da organizzare: meglio buttarsi a capofitto nei posti che si desidera vedere di più o prendersela con calma?

Quando abbiamo iniziare a progettare la nostra nuova vita da long-term traveller non sapevamo assolutamente quale sarebbe stato l'itinerario iniziale. Le nostre energie erano concentrate in tutt'altro: dovevamo organizzare e gestire un milione di cose prima della partenza. Con il passare dei giorni tutte le persone con cui parlavamo ci rivolgevano però la stessa domanda: "quale è la vostra prima tappa?". La nostra risposta "non lo sappiamo, l'idea è quella di vederlo tutto, il mondo" col passare del tempo non bastava più. Era arrivato il momento di concentrarci non solo sul come ma anche sul dove.

Prima necessità: non prendere subito un volo. Non sapevamo infatti esattamente il giorno in cui saremmo potuti partire: impossibile quindi prenotare con anticipo.

Seconda necessità: non volevamo iniziare con uno shock culturale troppo forte. Cibo, lingua, abitudini: volevamo abituarci gradualmente.

Terza necessità: prendere le cose lentamente. Senza cambiare letto ogni notte, senza viaggiare tutti i giorni su autobus e treni.

Aggiungeteci poi che Elisa ama la vita al mare. Non parliamo di andare in spiaggia, prendere il sole e fare il bagno tutti i giorni: intendiamo quella rilassatezza che si respira nelle località marittime fuori stagione, in quel momento in cui gli abitanti locali si stanno preparando all'invasione di turisti di lì a poche settimane.

Il problema sembrava avere quindi due soluzioni: o dirigerci nel sud dell'Italia, tra Calabria, Puglia e Sicilia, oppure andare verso la Croazia. La prima alternativa, pur attirandoci come una potente calamita, offriva poche possibilità di proseguire nei mesi successivi via terra. Sarebbe stato necessario prendere un aereo o, almeno, un traghetto. E si torna alla prima necessità: era ancora presto per programmare eccessivamente il futuro.

E Croazia fu.

Sull'itinerario nel paese non c'era invece tanto da pensare: le nostre prime mete sarebbero state alcune di quelle città o isole che ad Aprile avrebbero ospitato solo qualche amante del relax e della solitudine.

Siamo oggi nell'isola di Krk che tra due mesi inizierà a riempirsi di italiani (diversi forlivesi che conosciamo hanno una casa qui), tedeschi, austriaci e ovviamente croati in vacanza, ma che al momento è davvero placida. Abbiamo affittato una stanza a Malisnka, minuscolo paese nel nord dell'isola, cercandola con poche pretese, ma con alcuni punti fermi: Wi-Fi bello potente, vista sul mare e possiblità di lavorare all'aperto. Così il nostro piano sarebbe iniziato nel migliore dei modi: sveglia con calma, colazione sul terrazzo, una mattinata di lavoro e a pomeriggio la possibilità di rilassarci in spaggia o in alternativa fare una lunga passeggiata per l'isola, sicuri di non incontrare folla. Avere una cucina a disposizione ha fatto il resto: ai pasti nei ristoranti del paese possiamo alternare la cucina casalinga, decisamente pù sana e soprattutto economica. Alla sera qualche altra ora di lavoro, poi un film o un libro.

Come dite? Allora questa vita potevate farla a casa? Noi crediamo di no: conoscere persone nuove, vedere altri paesaggi, mangiare qualcosa di diverso, immergersi nella vita di un paese a noi sconosciuto assaporando con coscienza ogni giornata, è questo che ci interessa di più. Senza affannarsi a vedere il più possibile per poi godersi molto poco.

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