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Mollo tutto e vado via

Mollo tutto e vado via

A cura di Michelangelo Pasini

Tre mesi on the road, tempo di bilanci

Cosa abbiamo fatto, chi abbiamo conosciuto, dove siamo stati, quanto abbiamo speso in questi primi 90 giorni di viaggio senza un biglietto di ritorno?

Sembra solo ieri che siamo partiti per un viaggio senza un biglietto di ritorno. La prima parte del nostro peregrinare prevedeva un lungo percorso attraverso i Balcani, partenza in autobus da Bologna e meta finale Sofia, in Bulgaria, dove avremmo incontrato i nostri genitori. Da lì un aereo per l'India, paese che amiamo particolarmente e nel quale passeremo sei mesi.

Oggi, tre mesi dopo la nostra partenza, è l'ora di tirare le prime somme, provare a capire cosa stiamo realmente facendo, perché lo stiamo facendo e come questo percorso ci sta arricchendo.

Il primo dato che rileviamo ci lascia un po' di amaro in bocca: nonostante i paesi che stiamo visitando siano molto vicini all'Italia abbiamo incontrato pochi, pochissimi turisti italiani. È un particolare che abbiamo notato ovunque nel mondo, ma vederlo a pochi chilometri dalla nostra penisola è abbastanza straniante. Tanti inglesi, americani, australiani, tedeschi, olandesi... ma pochi nostri connazionali. I viaggi zaino in spalla non fanno per noi? Troppi pochi soldi per viaggiare? Ferie esclusivamente nel mese di Agosto? Forse un insieme di tutti questi motivi. Dall'altra parte però i pochi italiani incontrati lungo il nostro percorso sono tutti splendidamente folli: c'è chi stava correndo 42 maratone in 42 giorni, da Trieste ad Atene o chi da San Benedetto del Tronto voleva camminare fino in Cina.

Il secondo dato è invece confortante. Viaggiare costa, certamente, ma molto meno di quanto possiate pensare. Quanto possiamo aver speso in 90 giorni fuori casa, pagando per dormire, mangiare, spostarci, ma anche per musei, aperitivi e tanto altro? Esattamente 2755 euro, in due. Certo, non facciamo la cosiddetta bella vita, ma sicuramente non ci facciamo mancare niente. 

Come abbiamo fatto?

Per prima cosa non abbiamo mai dormito in albergo. Solo in appartamenti (cercateli su Airbnb, è molto più conveniente), dove potevamo cucinare. Per un mese intero abbiamo lavorato in cambio di vitto e alloggi grazie ad un sito come Helpx, di cui vi abbiamo già parlato. E non pensiate che riunciamo a cene al ristorante, aperitivi o quant'altro. Semplicemente le nostre necessità sono minori rispetto a quando vivevamo a casa nostra. Perché pur lavorando quotidianamente lo stress è minore e di conseguenza il bisogno di evadere spendendo e spandendo non è così frequente.

Ci siamo presi i nostri tempi. Non abbiamo fatto i turisti, abbiamo viaggiato vivendo i luoghi dove arrivavamo. Per questo in città dove tutti stanno massimo un paio di giorni noi abbiamo passato oltre una settimana. Abbiamo percorso, tra autobus, furgoni sgangherati, autostop, passaggi su mezzi improvvisati, oltre 2800 chilometri dormendo in 18 città diverse. Fino ad oggi abbiamo attraversato 4 paesi e da ognuno di essi abbiamo imparato qualcosa.

In Croazia, durante un'esperienza di volontariato abbiamo conosciuto tante altre persone che hanno fatto una scelta come la nostra e abbiamo capito che non importa l'età, la classe sociale o la situazione famigliare. Se davvero vuoi viaggiare ti impegnerai per farlo.

In Bosnia abbiamo realizzato che il conflitto che ha sconvolto l'allora Jugoslavia oltre vent'anni fa è finito, ma per alcuni il livore fa parte ancora del presente. E confrontarsi, parlare, discutere, con turisti e viaggiatori da ogni parte del mondo non può che fare bene all'apertura dei confini mentali di persone ancora arrabbiate le une con le altre.

Sulle montagne del Montenegro abbiamo scoperto che molte famiglie da quelle parti hanno nel piatto solo un pugno di patate e qualche cipolla. E non hanno problemi a dividerlo con te in cambio di un po' di reciproca compagnia, che a volte è il bene più prezioso quando si vive sperduti in mezzo alle montagne.

In Albania abbiamo conosciuto un popolo stupendo, altruista, aperto, amichevole, completamente vessato da una classe politica e dirigente inefficiente e corrotta. La cosiddetta nuova Albania, quella che cresce al ritmo dell'8% all'anno di PIL non esiste. O meglio esiste solo per pochissimi. Gli altri lavorano 13 ore al giorno per 200 euro al mese e spesso sono costretti per trovare lavoro a lasciare il paese che amano e di cui sono molto fieri. E sì, la vita costa poco, ma non così poco da sopravvivere di nulla.

Ci manca casa? Certo, saremmo ipocriti a non ammetterlo. Ma cosa ci manca? Regola vuole che si dica: famiglia, amici e cibo italiano. Noi vorremmo invece un gruppo di persone con cui condividere quello che stiamo facendo. Raccontarglielo, o magari farlo insieme. Persone a cui vogliamo bene da una vita. Come dite? Che queste persone sono famiglia ed amici? Sì, ok, allora avete ragione. Ci manca la famiglia. Ci mancano gli amici. E un bel piatto di tagliatelle al ragu.

Ma i nostri genitori ci verranno a trovare tra due settimana... e, non scherziamo, abbiamo chiesto loro di mettere in valigia piadina e crescioni.

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