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Cronaca

Forlì ricorda Zanniboni a 10 anni dalla morte: "Senza di lui Ridracoli una grande incompiuta. Esempio per gestire il Pnrr"

Era il 22 dicembre del 2011 quando Forlì disse addio al primo cittadino che ha gestito una fase delicata della sua storia, gli anni '80 densi di cambiamenti

Dieci anni fa moriva Giorgio Zanniboni, storico sindaco di Forlì dal 1979 al 1990. Era il 22 dicembre del 2011 quando Forlì disse addio al primo cittadino che ha gestito una fase delicata della sua storia, gli anni '80 densi di cambiamenti, decisivi per una società che cambiava e si modernizzava velocemente. Zanniboni fu anche il “papà della diga di Ridracoli”, la più grande opera pubblica del territorio che nel momento che Zanniboni diventava sindaco rischiava di diventare una grande incompiuta, arenatasi per le contestazioni ambientaliste e la mancanza di fondi. Dal suo esempio, oggi la politica trae un insegnamento per l'investimento degli ingenti fondi del Pnrr.

Tutto questo è stato ricordato nel corso della commemorazione in Consiglio comunale di lunedì pomeriggio, alla presenza del figlio Rossano e della nipote Valentina. Il sindaco Gian Luca Zattini ha consegnato ai famigliari un omaggio. La nipote Valentina ha ricordato il nonno Giorgio Zanniboni come “una persona  che si è fatta da sola, partita da zero, da una famiglia di ceto basso e povero. Ha vissuto senza un padre e provvedeva alla sua famiglia fin da ragazzo. Sono passati da dieci anni ma è presente tutti i giorni con me, una persona da cui prendere esempio”. 

A tratteggiare la figura politica è invece Tonino Bernabé, presidente di Romagna Acque, che nacque dal Consorzio Acque di cui Zanniboni fu presidente. Ricordandone i tratti “decisi e a tratti duri”, Zanniboni “credeva nei progetti che sposava”. L'allora sindaco gestì la fase cruciale di un progetto nato negli anni '70 con Icilio Missiroli e Angelo Satanassi. Sempre Bernabè: “Raccolse il testimone da Satanassi quando la diga di Ridracoli era a serio rischio di essere abbandonata per problemi di finanziamento e critiche ambientalistiche. Rischiava di essere una grande opera incompiuta, ma Zanniboni tenne viva la pressione, assieme alla Regione”. E commenta: “Aveva tenacia e incrollabile fiducia nelle sue idee, cosa che gli procurò non pochi avversari. Era forte, deciso, dinamico, autorevole, un vero riformista: da operaio della Zanussi creò l'azienda di oggi, solida, senza la quale non avremmo le infrastrutture idriche che abbiamo ora”.

VIDEO - Zanniboni ricordato in Consiglio comunale

L'invito di Bernabè è a ritrovare lo spirito di allora per la stagione di investimenti che arrivano grazie al Pnrr: “Allora tutte le forze politiche si rispettavano e competevano sulla forza delle idee”. Per questo “Oggi senza la concordia che aveva la 'generazione dei costruttori' di allora non riusciremo a vincere questa sfida del Pnrr”. Tema poi ripreso dal sindaco Gian Luca Zattini: “Sta arrivando una massa enorme di denaro, in buona parte sarà da restituire: dobbiamo spenderli bene se non vogliamo lasciare ai giovani un boccone amaro domani. Bisogna fare quello che ha fatto Zanniboni, fare un lavoro di squadra”. Ed infine: “Invitò il presidente Bernabè a pensare ai prossimi 50 anni per l'acqua in Romagna”.

Ma Zanniboni non fu solo il padre della diga di Ridracoli. A livello personale vide la perdita del figlio Fulvio nel 1983 in un incidente stradale. Nel 1988 gestì i momento drammatici dell'uccisione di Roberto Ruffilli da parte delle Brigate Rosse. Federico Morgagni, capogruppo di 'Forlì e co': “Zanniboni guidò la città di Forlì in un momento fondamentale, di transizione. Nel 1979 Forlì viveva una forte crisi industriale, in particolare dell'Orsi Mangelli che ha incarnato la grande industria a Forlì. La città era alla ricerca di un nuova vocazione e una nuova identità per costruire la sua prosperità”. Lauro Biondi, capogruppo di Forza Italia ne traccia invece un profilo politico: “Per Ridracoli Zanniboni chiese il coinvolgimento del Pri e della Dc. La sua grande intuizione  politica fu di cercare un equilibrio politico più avanzato, coinvolgendo le forze politiche su un progetto al quale non si poteva dire di no perché era un grande progetto”. 

Anche il sindaco Zattini tocca il tema dell'acqua: “Dal punto di vista sanitario eravamo la capitale dei tumori gastrici, il problema era della qualità dell'acqua. E' calata l'incidenza di questo tumore, ora che l'acqua è di alta qualità”. Quindi un passaggio sull'università, il cui insediamento si pensava in quel periodo: “Oggi ne abbiamo un beneficio con 6-7mila studenti che vivono la città e ci hanno contaminato culturalmente”. Ma anche la visita del Papa Giovanni Paolo II nel 1986 e la morte di Roberto Ruffilli nel 1988: “Ebbe il grande merito di far reagire la città che aveva paura e non temeva di far svolgere a Forlì il processo, come poi è avvenuto”.

Per ricordarlo adeguatamente e mantenerne viva la memoria anche in futuro, Romagna Acque – in collaborazione con il Comune di Forlì – ha deciso di dedicare a Zanniboni una targa commemorativa, che verrà apposta sulla parete della sede della Società in piazza Orsi Mangelli, sotto i portici. L’iniziativa si terrà mercoledì alle 10.30, alla presenza del sindaco di Forlì, Gian Luca Zattini, del presidente di Romagna Acque, Tonino Bernabè, e delle principali autorità cittadine.

 una nota intervieneanche il gruppo consigliare Pd: "Il sentito ricordo del Sindaco Giorgio Zanniboni che si è svolto oggi in Consiglio Comunale rappresenta un atto di costante riflessione sia sulla stagione politica di cui è stato protagonista indiscusso, traguardando in Città le grandi direttrici e prospettive di sviluppo e miglioramento della qualità della vita dei cittadini romagnoli, basti pensare alla realizzazione dell'Acquedotto di Romagna, sia sul futuro della nostra comunità che deve guardare alla sua azione politica come esempio di visione, coraggio e tenacia per il bene dei cittadini non solo di Forlì ma di tutta la Romagna".

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