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Cronaca Castrocaro Terme e Terra del Sole

13 anni fa la morte, Castrocaro ricorda monsignor Adalberto Mambelli

Per pochi mesi, fra il 1950 e il 1951, don Mambelli fu suo cappellano a Castrocaro, fino a divenire lui stesso arciprete di San Francesco e San Nicolò nel 1955, dopo la nomina episcopale di Ravagli, entrando ufficialmente il 15 gennaio 1956

Castrocaro Terme ricorda monsignor Adalberto Mambelli. Sarà il parroco don Oreste Ravaglioli a presiedere mercoledì, alle 18, nella chiesa dei Santi Francesco e Nicolò, la santa messa in suffragio del sacerdote nel 13esimo anniversario dalla morte. Grande oratore e comunicatore, monsignor Mambelli era nato a Rocca San Casciano il 24 febbraio 1927. Ordinato sacerdote nel 1950 dall'allora vescovo di Modigliana monsignor Massimiliano Massimiliani, dopo aver conseguito a pieni voti una laurea in filosofia, era cugino dell'allora arciprete di Castrocaro monsignor Antonio Ravagli (poi vescovo ausiliare di Larino, titolare di Modigliana e infine ausiliare di Firenze).

Per pochi mesi, fra il 1950 e il 1951, don Mambelli fu suo cappellano a Castrocaro, fino a divenire lui stesso arciprete di San Francesco e San Nicolò nel 1955, dopo la nomina episcopale di Ravagli, entrando ufficialmente il 15 gennaio 1956. Fra il 1968 e il 1980 ebbe come cappellano l'attuale parroco don Oreste Ravaglioli. Uomo di chiesa erudito e brillante, vantava il titolo di Protonotario apostolico e di Commendatore dei Cavalieri del Santo Sepolcro, ordine ospedaliero che gli ha permesso di stringere un legame inscindibile con la Terra Santa.

La sua vera “passione” sono stati gli ammalati, che lui stesso accudiva da vero samaritano, consapevole che la sofferenza avvicina a Dio come una sorta di scorciatoia. Questa particolare sensibilità lo avvicina già negli anni Sessanta all’Unitalsi, l’associazione ecclesiale dedita al trasporto ammalati a Lourdes, Loreto e ai più importanti santuari mariani. Monsignor Mambelli si è recato nella località pirenaica anche più volte l’anno, spesso alla guida di un gruppo unitalsiano. La frequenza è talmente assidua da meritare l’onorificenza di “Cappellano della grotta di Lourdes”.

Nel 1988, il vescovo di Forlì-Bertinoro monsignor Vincenzo Zarri lo nomina assistente diocesano dell’Unitalsi, incarico che ha mantenuto sino alla morte. Sempre relativamente a Lourdes, ha scritto un libretto per i pellegrini, utilissimo vademecum per le migliaia di persone che affrontano ogni anno il “viaggio della speranza” al santuario francese. Notevole fu la presenza di monsignor Mambelli nell'ambito dell'educazione: oltre ad essere insegnante di lettere nelle scuole medie “Flavio Biondo” di Forlì, Rocca San Casciano e Castrocaro, insegnante di filosofia e pedagogia all'Istituto Magistrale di Forlimpopoli, fu fra i soci fondatori della Società Cooperativa “Scuola Aperta” e preside della Scuola Media Libera e del Liceo Linguistico Adamo Pasini. A livello diocesano, dal 1975 al 1992 figurò anche come assistente diocesano dell'Azione Cattolica e consulente ecclesiastico di A.Ge.S.C. Fece parte della Commissione presbiterale regionale dal 1977 al 1985 e dal 1990 al 1998.

Fra le onorificenze, fu Prelato d'Onore di Sua Santità (Monsignore) nel 1971, Cavaliere dell'Ordine del Santo Sepolcro nel 1978, Protonotario Apostolico Soprannumerario nel 1996, Cappellano Onorario della Basilica di Lourdes nel 1996. Il 21 ottobre 1989 ricevette la delega vescovile per l'amministrazione della Cresima nel territorio diocesano. Riqualificò il complesso parrocchiale di Castrocaro, con l'adeguamento liturgico voluto dal Concilio e una migliore organizzazione degli ambienti parrocchiali (canonica, teatrino, spazi esterni). Promosse la vita spirituale (con particolari devozioni, prima fra tutte il culto alla Madonna dei Fiori) e culturale, fondando l'Associazione Culturale don Bosco, con lo scopo di promuovere momenti di aggregazione, concorsi di pittura, conferenze, mostre, dibattiti, attività ricreative.

L'ultima sua opera è stata l’edificazione della Casa di Riposo Ziani Venturini, attiva dal 2000 e ospitante una quarantina di ospiti. Proprio in quell’istituzione voluta a tutti i costi, don Adalberto è morto il 6 maggio 2002. Le sue esequie furono celebrate due giorni dopo dal vescovo Zarri insieme ad altri 80 sacerdoti. Nonostante la pioggia battente, fu accompagnato al cimitero locale da una folla immensa, in pratica l’intera popolazione di Castrocaro.

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