rotate-mobile
Cronaca

Nuovo diacono permanente nella Diocesi: è il forlivese Federico Tampellini

Il diaconato permanente riguarda i laici, anche sposati, che si mettono a servizio della comunità ecclesiale in cui operano

Salgono a 12 i diaconi laici nella Diocesi di Forlì-Bertinoro. Sabato è stato ordinato diacono permanente il forlivese Federico Tampellini. La celebrazione è avvenuta nella Cattedrale di Forlì nel corso della messa delle 18.30 presieduta dal vescovo di Forlì-Bertinoro monsignor Lino Pizzi. Imprenditore agricolo, sposato dal 1985 con Monica Sternini e padre di Piero e Michele, Tampellini risiede con la famiglia a San Lorenzo in Noceto, ma è impegnato da alcuni anni a San Mercuriale, in pieno centro storico forlivese. I primi passi di Federico nell’alveo della fede risalgono all’età giovanile, in cui frequentava la parrocchia della SS. Trinità. Poi arriva l’esperienza di Comunione e Liberazione, la lunga militanza a sostegno della scuola cattolica e l’impegno nella sua San Lorenzo e alla comunità del Buon Pastore.

Il diaconato permanente riguarda i laici, anche sposati, che si mettono a servizio della comunità ecclesiale in cui operano. La chiesa di Roma prevede, infatti, figure di cristiani “chiamati per vocazione ad essere testimoni di Dio ed annunciatori della sua parola, senza essere sacerdoti”. Il cammino formativo per diventare diacono permanente comprende tutti gli incontri della comunità diaconale e le iniziative di carattere diocesano. Vanno fatti tutti i gradini previsti dal Codice Canonico: ammissione, lettorato, candidatura al sacramento dell’Ordine, accolitato, ordinazione. Il servizio dei diaconi nella Chiesa è documentato fin dai tempi degli apostoli. Dal V secolo, però, il diaconato conobbe un lento declino, finendo con il rimanere solo come tappa intermedia per i candidati all’ordinazione sacerdotale.

Il forlivese Federico Tampellini nuovo diacono permanente

Il Concilio di Trento (1545-1563) dispose che il diaconato permanente venisse ripristinato, ma tale prescrizione non trovò concreta attuazione. Bisognerà attendere il Concilio Vaticano II, alla fine degli anni Sessanta del XX secolo, per rivedere la ripresa in grande stile del sacramento. “Il diacono permanente – si legge su Agensir - può amministrare solennemente il battesimo, conservare e distribuire l’Eucaristia, assistere e benedire il matrimonio in nome della Chiesa, portare il viatico ai moribondi, leggere la Sacra Scrittura ai fedeli, istruire ed esortare il popolo, presiedere al culto e alla preghiera dei fedeli, amministrare i sacramentali (le benedizioni, ad esempio, ndr), presiedere al rito funebre e alla sepoltura”.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Nuovo diacono permanente nella Diocesi: è il forlivese Federico Tampellini

ForlìToday è in caricamento