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Cronaca Forlimpopoli

Forlimpopoli festeggia il protovescovo San Rufillo

Lunedì, alle 20.30, accensione della lampada votiva al Santo e primi vespri solenni

E' iniziata con la messa solenne di domenica mattina, presieduta dal vescovo di Forlì-Bertinoro monsignor Lino Pizzi, la tre giorni in onore del patrono di Forlimpopoli San Rufillo. La particolarità del programma di quest’anno, organizzato dal Comitato per la festa presieduto dal parroco don Agostino Fornasari, è che la liturgia domenicale si inserisce nella Festa diocesana della Famiglia, in programma nella città artusiana per l’intera giornata. Lunedì, alle 20.30, accensione della lampada votiva al Santo e primi vespri solenni. Martedì, alle 10.30, concelebrazione eucaristica con i sacerdoti della diocesi, presieduta dal vescovo di Cesena-Sarsina monsignor Douglas Regattieri. Alle 16 preghiera per gli ammalati con amministrazione dell’unzione degli infermi, seguita alle 18 dalla messa vespertina e dai primi vespri. Nato ad Atene nel 292 e ordinato vescovo di Forlimpopoli nel 330, Rufillo fu contemporaneo del protovescovo di Forlì, San Mercuriale, insieme al quale combatté l’eresia ariana, molto diffusa a quel tempo.

La tradizione vuole che sia morto novantenne il 18 luglio dell’anno 382, sempre a Forlimpopoli. Nel 1362, dopo la distruzione della città artusiana, alleata degli imperiali, da parte delle truppe pontificie comandate dal cardinale spagnolo Gil Alvarez Carrillo de Albornoz, le reliquie del santo furono trasportate a Forlì, nella chiesa di San Giacomo in Strada, l’attuale Santa Lucia. Il 16 maggio 1964, l’urna coi resti mortali è stata riportata a Forlimpopoli, sotto l’altare maggiore della basilica di San Rufillo. L’artistico sarcofago che custodiva le reliquie del Santo è invece rimasto a Santa Lucia. Per molti secoli, la sua festa è stata celebrata il giorno della morte e dal 1964 si tiene il 16 maggio.

Domenica di festa a Forlimpopoli

“Fonti medievali – si legge su Wikipedia - stimavano in tredici le chiese dedicate al santo in Romagna, numero aumentato negli anni successivi grazie alla evangelizzazione che Rufillo praticò. Tra le moltissime chiese dedicate al santo, la più antica è proprio quella di Forlimpopoli. Sorta nel VI secolo e affiancata quattro secoli dopo da un’abbazia benedettina, conserva sotto al presbiterio il nucleo paleocristiano”. Il sito “www.santi beati.it” racconta, invece, il mito del drago: “Fra Forlimpopoli e Forlì si annidava un mostruoso drago, che col solo fiato ammorbava l'aria, provocando la morte di diverse persone. Il vescovo Ruffillo esortò i fedeli della diocesi a fare digiuni e pregare, affinché la zona venisse liberata dal mostro. Nel contempo invitò il vescovo di Forlì Mercuriale a partecipare all'impresa. Si recarono ambedue alla tana del drago, qui gli strinsero attorno alla gola le loro stole e lo gettarono in un profondo pozzo, chiudendone l'imboccatura con un “memoriale”.

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