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Cronaca

Omicidio, la patologia della demenza senile. Lo psicoterapeuta Moressa: "Non va associata all'aggressività. E' una trasformazione della personalità"

La tragedia di martedì mattina di via Benini apre di nuovo una finestra sulle difficoltà e i disagi che vivono tante famiglie di parenti con demenze senili

Una vita che sfugge. Una malattia che trasforma la persona che ci ha affiancato per tutta la vita e che cancella la memoria. La tragedia di martedì mattina di via Benini apre di nuovo una finestra sulle difficoltà e i disagi che vivono tante famiglie di parenti con demenze senili. "Sono situazioni che richiedono una grande cura ed una grande attenzione - evidenzia Pierluigi Moressa, psichiatra e psicoterapeuta -. La persona affetta da demenza non è più la stessa. C'è una trasformazione della personalità, che non risulta non più autosufficiente a causa del gravissimo disturbo della memoria e che manifesta una regressione sia negli aspetti infantili che impulsivi. Per cui mancando una parte della memoria e della ragione, certi comportamenti sono imprevedibili. Un esempio sono gli allontamenti".

Episodi di aggressività in persone con questo tipo di patologie sono fini a se stessi?
Quella della demenza senile è una patologia che non necessariamente va associata all'aggressività. Ognuno di noi ha delle pulsioni ed una di questa è quella aggressiva. Per cui questa pulsione si può liberare in certe circostanze, non automaticamente e non necessariamente. E' uno degli eventi possibili, ma ricordiamoci che è un evento imprevedibile.

Non si può parlare di personalità predisposta...
No, in nessun modo. E' un comportamento automatico che fuoriesce dal possibile controllo. Riduzione del controllo, esplosione della pulsione.

Un familiare come deve comportarsi con un paziente che soffre di queste patologie?
Esistono delle unità a livello ospedaliero di cura per i disturbi legati alla demenza. Si fanno carico di prescrivere eventuali farmaci per controllare i comportamenti del paziente ed indicare protocolli di assistenza, che possono richiedere anche la presenza di una persona qualificata h24. Il tutto è legato al deterioramento della patologia.

Come è cambiato negli ultimi anni l'approccio a questo tipo di patologia?
Sono state create associazioni di volontari e ce ne sono anche a Forlì, che danno un mano, consigli e creano anche gruppi di confronto basate sull'esperienza al fine non solo di migliorare il tipo di assistenza, ma anche dare conforto. Inoltre alcune case di riposo hanno attrezzato dei nuclei di ricovero e questo perchè aumentando la durata della vita, cresce l'incidenza di questa patologia.

Come sta incidendo l'emergenza sanitaria sugli equilibri delle persone anziane?
Gli equilibri effettivamente sono più precari, perchè le fonti di ristoro esterno diminuiscono. C'è un altro aspetto tuttavia.

Quale?
In un anziano lucido, l'idea della restrizione, per quanto possa provocare della sofferenza, si associa all'idea della protezione. E quindi è contento di restare protetto a casa, chiaramente potendo ricevere assistenza. Inoltre c'è un altro aspetto.

Ci dica
Vaccinare per prima gli anziani è un aspetto di grande beneficio, perchè da l'idea del sollievo e della protezione. E' chiaro che la situazione ha accentuato nel sistema sociale la debolezza di alcune fasce e tra queste c'è appunto quella degli anziani, alla quale va il primo pensiero per quanto concerne ad esempio l'assistenza sanitaria.

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