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A Dovadola la terza Festa della Beata Benedetta Bianchi Porro

La solenne liturgia sarà presieduta dal card. Beniamino Stella, prefetto emerito della Congregazione per il Clero e concelebrata da mons. Livio Corazza

Sarà una messa in programma domenica, alle 11, nella Badia di Sant’Andrea a Dovadola, il momento culminante della 3° Festa della Beata Benedetta Bianchi Porro a 58 anni dalla sua salita al cielo. La solenne liturgia sarà presieduta dal card. Beniamino Stella, prefetto emerito della Congregazione per il Clero e concelebrata da mons. Livio Corazza, vescovo di Forlì-Bertinoro, dal nuovo parroco di Dovadola don Giovanni Amati e da don Andrea Vena, biografo ufficiale di Benedetta. Alla messa, trasmessa in diretta su Teleromagna e sul nuovo sito www.beatabenedetta.org, parteciperanno i parrocchiani, familiari, devoti e amici di Benedetta, che arriveranno da diverse parti d’Italia.

Alle 16 in Badia continuerà la preghiera con la recita del rosario e la benedizione dei fedeli con la reliquia di Benedetta. Sarà possibile pranzare al ristorante la “Rosa Bianca” (ingresso con super greenpass, prenotazioni al 335.7150309). In occasione della 3° Festa di Benedetta Bianchi Porro, beatificata il 14 settembre 2019 nel Duomo di Forlì, saranno disponibili la nuova edizione de “Gli Scritti completi” a cura di Andrea Vena, l’ultimo numero de L’Annuncio, notiziario dell’Associazione per Benedetta Bianchi Porro, con notizie, cronache e testimonianze sulla Beata e altre pubblicazioni, fra cui il libro “Beata Benedetta Bianchi Porro. Diario della beatificazione”, contenente i testi e le immagini della cerimonia di beatificazione, il racconto della guarigione miracolosa di Stefano Anerdi e il rituale della memoria liturgica della Beata. Il card. Stella è il 23° “principe della chiesa” che viene a Forlì e il 20° che sale fino a Dovadola per pregare e venerare Benedetta. Ha lavorato nel Consiglio per gli Affari Pubblici della Chiesa, dove è stato collaboratore del card. Achille Silvestrini, è stato Nunzio apostolico nella Repubblica centroafricana, in Congo, Ciad e infine a Cuba, dove nel gennaio 1998 accolse papa Giovanni Paolo II nella storica visita nell’isola caraibica. Dal 2013 al 2021 è stato prefetto per la Congregazione del Clero. E’ divenuto cardinale nel 2014. Il 23 gennaio si ricorda anche il quarto anniversario della nomina a vescovo di Forlì-Bertinoro di mons. Livio Corazza.

“Ancora non lo sapevo - ha affermato più volte il presule friulano – ma il giorno (23 gennaio 2018) in cui è stata annunciata la mia nomina, è anche l’anniversario della morte di Benedetta e ora la sua festa. La mia vita e il mio episcopato sono legati alla giovane dovadolese e in questi mesi ho imparato a conoscerla e ad amarla. La nostra Beata è davvero un dono per tutta la Chiesa: vogliamo chiedere la sua intercessione e accogliere di più la sua testimonianza. Come dissi il giorno della sua beatificazione: poche chiacchiere e imitiamola!”. La sepolta viva dovadolese, morta alle 10.40 del 23 gennaio 1964 a Sirmione del Garda dopo anni di sofferenze indicibili, perì neanche 28enne a causa della neurofibromatosi. “Proprio i suoi studi – si apprende su www.santiebeati.it - le permettono, nel 1957, di riconoscere da sola la natura della malattia che l’aveva intanto resa cieca e progressivamente sorda: neurofibromatosi diffusa o morbo di Recklinghausen”.

“Mettiamo nelle mani di Benedetta – si legge su Facebook - tutte le nostre intenzioni, per i nostri malati, i nostri bambini e le nostre famiglie”. La Santa Sede ha già avvalorato una guarigione scientificamente inspiegabile avvenuta nel 1986, attribuendola all’intercessione della beata dovadolese: quella del genovese Stefano Anerdi, all’epoca ventenne. Il miracolo avvenne in seguito a una novena di preghiere per intercessione di Benedetta, fatta fare dalla mamma del giovane, mentre lui era in coma all'ospedale dopo un incidente stradale. La donna aveva letto un libro sulla venerabile, uno dei tanti diffusi nel mondo dall’indimenticabile Anna Cappelli, capofila degli Amici di Benedetta: al termine dei nove giorni di preghiere, il ragazzo uscì dal coma tra l'incredulità dei medici e dei familiari.

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