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Cronaca

A Forlì il primo di maggio si celebra il compatrono San Pellegrino

Il corpo del santo è sepolto e venerato nella basilica di San Pellegrino dal 1345 e dunque assai prima del 1609, l’anno in cui fu dichiarato beato da papa Paolo V

Il primo di maggio ritorna la solennità di San Pellegrino. A Forlì, l’evento religioso dedicato al compatrono cittadino si assomma alla laica Festa del Lavoro, celebrata in tutto il mondo. Nella grande basilica di piazza Morgagni, officiata dai tre frati filippini padre Roger Cabillo, superiore, padre Javier Dominador e padre Arcelo Jumen, sono programmate sante Messe a tutte le ore. Spicca la “pontificale” delle 10.30 alla presenza delle autorità cittadine, la prima in San Pellegrino presieduta dal nuovo vescovo di Forlì-Bertinoro monsignor Livio Corazza. Le altre messe saranno celebrate alle 6, 8, 9, 12, 16, 17, 18 e 19. Se alle 9 presiederà fra Rhett M. Sarabia, vice priore generale dei Servi di Maria, alle 16 sarà la volta del cancelliere vescovile e rettore del Suffragio, don Paolo Giuliani. Alle 17 concelebreranno i parroci di San Mercuriale e Santa Lucia don Enrico Casadio e della SS. Trinità e Schiavonia don Enrico Casadei Garofani, con il pellegrinaggio delle parrocchie del Centro storico. Le ultime due liturgie delle 18 e delle 19, quest’ultima con le associazioni, i gruppi e i movimenti ecclesiali forlivesi, saranno officiate da mons. Dino Zattini e mons. Pietro Fabbri, rispettivamente vicario generale emerito e vicario generale della Diocesi. Alle 14 si segnala la recita del rosario e l’unzione con l’olio benedetto, nell’ambito della liturgia in onore di San Pellegrino. Alla sua Forlì, in cui visse dal 1265 al 1345, Pellegrino Laziosi non ha lasciato solo una fiera ambulante dominata dai venditori di cedri.

A 713 anni dall’approvazione pontificia della regola dei Servi di Maria, è più che mai viva la fama del taumaturgo forlivese, molto conosciuto anche in Polonia, Spagna, Irlanda, Francia, Brasile, Stati Uniti, Baviera, nel sud Tirolo (Pietralba), in Austria e persino nelle Filippine. Il corpo del santo è sepolto e venerato nella basilica di San Pellegrino dal 1345 e dunque assai prima del 1609, l’anno in cui fu dichiarato beato da papa Paolo V. La definitiva canonizzazione risale al 1726 per opera di un altro pontefice, Benedetto XIII. L’umile frate nativo di Campostrino, rione intra muros di Forlì, fu miracolosamente guarito da una cancrena al ginocchio che l’aveva colpito per l’incredibile dedizione alla penitenza: pare, infatti, che non si sia seduto per trent’anni di fila. Il medico curante gli aveva prescritto l’amputazione. La notte antecedente l’intervento, all’ex soldato impenitente si manifestò il Cristo crocifisso: sogno o realtà? Non si sa. Quel che è certo è che l’indomani non appariva il benché minimo gonfiore. Pellegrino divenne subito punto di riferimento soprattutto per i malati di tumore, con guarigioni miracolose conclamate anche in età recente. Tutti i mercoledì, alle 17, presso la basilica del santo, si svolge un’intensa liturgia coinvolgente gli infermi e i rispettivi familiari. I tre frati asiatici che conducono la chiesa di piazza Morgagni dal giugno 2009, hanno puntato molto sulla persistente forza taumaturgica di Pellegrino, tanto da richiamare settimanalmente, per il rito di guarigione, un gran numero di persone. 

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