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Cronaca Predappio

A Predappio una mattinata per mantenere viva la Memoria

Venerdì mattina al Teatro comunale di Predappio si è tenuta la commemorazione del Giorno della Memoria

Una mattinata per mantenere viva la memoria e per celebrare tutti coloro, ebrei e non, che sono stati deportati e che hanno perso la vita nei campi di concentramento nazisti nel corso del Secondo conflitto mondiale. Venerdì mattina al Teatro comunale di Predappio si è tenuta la commemorazione del Giorno della Memoria alla presenza del Prefetto di Forlì-Cesena Antonio Corona, del sindaco di Cesena Enzo Lattuca e dei primi cittadini di Forlì (Gian Luca Zattini), Castrocaro (Marianna Tonellato) e Predappio (Roberto Canali).

Nel corso delle celebrazioni, a cui hanno preso parte anche il Professore Germano Salvatorelli, rappresentante della Comunità ebraica di Ferrara, Mario Proli per i profili di interesse storico e gli studenti di Forlì e Predappio che hanno preso parte al Treno della Memoria, sono stati ricordati i drammatici anni delle persecuzioni del popolo ebraico nei campi nazisti disseminati in Europa e di tutti coloro che sono stati deportati, arrestati o uccisi per ragioni politiche e di razza.

Particolarmente emozionante è stato il momento della consegna delle medaglie d’onore concesse ai cittadini italiani, militari e civili deportati e internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra e ai familiari dei deceduti. Il sindaco Lattuca ha ricordato il cesenate Guerrino Sbrighi consegnando la Medaglia alla figlia Fiorella. Come racconta Otello Amaducci nel suo ultimo libro edito dal Ponte Vecchio, Sbrighi era stato prigioniero in Germania dopo la sua cattura a Bologna nella mattina dell'8 settembre 1943. "Lo zio - racconta Amaducci riportando la testimonianza diretta del cesenate - non amava parlarne, ma ricordava la fame e la necessità, per sopravvivere, di mangiare qualsiasi cosa, dalle patate marce rubate ai maiali, ai resti della mensa ufficiali, sottratti dal mucchio della spazzatura dietro la cucina. Quando ho visto il quadernino del diario, ho deciso di pubblicare questa memoria perché il racconto fatto da una persona cara, incide molto di più nella mente e nel cuore. Posso riassumere l'odissea di Duilio in poche parole: lontananza, freddo, fame, speranza e disperazione. Nell'ultima pagina, scrive di aver meditato di farla finita ma al pensiero della moglie e dei figli: 'mi trattenni e proseguii la mia miserabile vita di sofferenze'. Era il 21 gennaio 1944. Il diario si interrompe, ma Duilio rimane prigioniero fino al 23 gennaio 1945. Pubblicando il diario, non rendo omaggio solo alla memoria di mio zio Duilio, ma di tutti gli uomini travolti da quegli eventi drammatici". La Medaglia è stata consegnata anche alla figlia di Giovanni Ponti e a Guido Chiossi (presente alla cerimonia), entrambi forlivesi ex Imi (Internati militari italiani).

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