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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

A Ragioneria si litiga sulla felpa della scuola : "Gli studenti l'avranno e sarà gratis. Stop ad eventuali vendite"

E' la garanzia che viene dall'istituto scolastico dopo la polemica sorta intorno ad una circolare in cui la preside Giuseppina Tinti aveva richiamato, sulla vicenda, gli studenti al rispetto delle regole

Gli studenti dell'Istituto Tecnico Economico “Matteucci” avranno le loro felpe con tanto di logo di istituto e saranno gratuite, perché pagate dalla scuola con fondi propri. E' la garanzia che viene dall'istituto scolastico dopo la polemica sorta intorno ad una circolare in cui la preside Giuseppina Tinti aveva richiamato, sulla vicenda, gli studenti al rispetto delle regole, diffidando dalla vendita e dall'acquisto di abbigliamento e altro materiale col logo dell'istituto, ritenuta quindi a tutti gli effetti una contraffazione, al pari dei grandi griffe che si trovano continuamente a doversi difendere dai falsari.

Un richiamo molto severo. Ma secondo la scuola necessario. A spiegare la situazione è Carlotta Boschi, insegnante di Diritto nella stessa scuola. “La decisione delle felpe era stata già presa lo scorso 21 dicembre dal Consiglio di Istituto, all'unanimità e quindi anche con l'approvazione anche dei rappresentanti degli studenti - spiega l'insegnante -. Per cui non si capisce il perché di questa situazione a distanza di mesi, dato che gli studenti avranno una loro felpa, ufficiale col logo dell'istituto e gratuita”. Queste felpe “ufficiali” non sono state ancora realizzate, ma a quanto sembra sarebbe in procinto di partire un'altra iniziativa di alcuni studenti per realizzare delle felpe da mettere in vendita, non è ben chiaro se allo scopo di sovvenzionare attività extra-scolastiche.

“Non sappiamo se queste felpe non ufficiali siano state realizzate, non mi risulta che siano in circolazione a scuola, anche perché se ci fosse uno smercio come pubblici ufficiali, quali siamo nell'esercizio delle nostre funzioni, avremmo dovuto segnalarlo alle autorità”, sempre la docente. La questione nascerebbe dal fatto che questo abbigliamento sarebbe stato ipotizzato con le insegne della scuola, “ma alla dirigente scolastica non è mai arrivata una richiesta di uso del logo della scuola”, spiega Boschi, logo che invece sarebbe invece autorizzato dal Consiglio di istituto per le felpe 'ufficiali' e gratuite. 

Per l'insegnante la circolare era un atto dovuto: “Una scelta precauzionale. Dovevamo avvisare gli studenti, ma anche i genitori, che si fossero trovati nelle condizioni di fare un eventuale acquisto che tale materiale non era avallato dall'istituto”. Ma, secondo la portavoce della scuola, è stato anche un atto educativo: “Al Matteucci insegniamo il diritto e l'economia, come si può ritenere che non saremmo intervenuti su un'iniziativa che può violare le norme base sulla proprietà dei marchi e il rispetto delle corrette procedure amministrative? Come si può pensare di far produrre abbigliamento col marchio della scuola all'esterno senza un minimo di gara? La circolare della dirigente richiamava solo il fatto che l'istituzione scolastica aderisce ai principi di legalità”.

Alcuni studenti hanno anche lamentato che l'edizione del Resto del Carlino, che riportava la notizia della protesta studentesca relativa alle felpe e la circolare della preside Tinti, sia stata fatta sparire dalla scuola per un atto di censura nei confronti dell'articolo critico. La scuola, infatti, è destinataria tutti i giorni di un certo numero di copie del giornale, nell'ambito di un progetto scolastico, che però mercoledì mattina non sono state distribuite in classe. Sul punto si limita a dire Boschi: “Non sono a conoscenza di quest'episodio, tra l'altro le copie che ci giungono sono spesso inutilizzabili perché ci arrivano dell'edizione di Cesena e non quella di Forlì, rendendo impossibile il lavoro sull'attualità locale della città”.

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