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Cronaca Dovadola

A San Lazzaro una cerimonia in ricordo dei soldati del Secondo Corpo d'Armata

Da diversi anni il sindaco di Dovadola partecipa alla cerimonia in ricordo dei soldati polacchi del Secondo Corpo d'Armata caduti per la liberazione di molte località della Romagna e dell'Emilia.

Da diversi anni partecipo in qualità di sindaco di Dovadola alla cerimonia in ricordo dei soldati polacchi del Secondo Corpo d'Armata caduti per la liberazione di molte località della Romagna e dell'Emilia. L'iniziativa, alla quale è intervenuto per il Comune di Forlì il Presidente del Consiglio Comunale Paolo Ragazzini, si è svolta nella mattinata odierna, 2 novembre 2016, presso il Cimitero militare polacco di San Lazzaro di Savena, che è il più grande dei quattro cimiteri di guerra (gli altri sono a Montecassino, Casamassima e Loreto) in cui sono sepolti i soldati polacchi caduti in Italia durante il Secondo conflitto mondiale. 

Sono 1.432 le salme sepolte a San Lazzaro e sono quelle dei combattenti morti tra l'autunno del 1944 e la primavera del 1945 appartenenti al Secondo Corpo d'Armata che, provenendo dall'alta valle del Tevere, contribuì alla liberazione di Bologna, sotto il comando del generale Wladyslaw Anders. I soldati polacchi furono i primi militari alleati ad entrare in Bologna, assieme alla Brigata Maiella, il 21 aprile 1945, giorno della sua liberazione. Non va dimenticato che essi avevano contributo in precedenza alla liberazione di varie località dell'Appennino forlivese, fra cui Santa Sofia, Galeata, Predappio, Rocca San Casciano e Dovadola, in particolare avevano sostenuto uno scontro violentissimo durato ben quattro giorni a Montefortino, località poco distante da Castrocaro Terme. 

Raccontano le cronache dell'epoca che il 2 settembre 1944 il Secondo Corpo d'Armata polacco, formato dalla 5.a "Kresowa" e 3.a "Carpatica", occupò il settore delle colline sovrastanti San Piero in Bagno, con alla sua sinistra l'8.a divisione indiana che procedette verso Grisignano. Il 28 ottobre 1944, anniversario della marcia su Roma, i soldati polacchi e i partigiani occuparono Predappio e la battaglia per la presa di Forlì ebbe inzio sul fiume Ronco. Dal 2 al 6 novembre una pioggia battente ostacolò le operazioni belliche, Il giorno 7 i combattimenti per la liberazione di Forlì ripresero in grande stile. La 4.a divisione britannica attaccò direttamente a Sud attraverso l'aeroporto, mentre la 46.a con l'appoggio della 2.a brigata corazzata le proteggeva il fianco sinistro. La 276.a divisione tedesca si difese strenuamente fino alla sera dell'8 ottobre. Il giorno seguente, provenienti da via Decio Raggi, gli Alleati entrarono in Forlì mentre le formazioni GAP e SAP erano già all'interno del centro cittadino. 

Nel frattempo, l'avanzata della 5.a divisione Kresowa da Predappio verso Nord-Est progrediva con l'occupazione di Montemaggiore, Pieve Salutare, Bagnolo, con deviazione a Dovadola raggiunta l'8 novembre, e Sadurano. Da quest'ultima località, il giorno 11 le prime pattuglie del reggimento dei "Lupi" entrarono in Castrocaro Terme, che mostrava tutti i segni delle devastazioni prodotte dallo scoppio delle numerose mine tedesche.  Nel pomeriggio anche Terra del Sole venne raggiunta da reparti inglesi della 138.a brigata di fanteria della 46.a divisione. I tedeschi, dopo aver evacuato sia Castrocaro sia Terra del Sole, crearono una prima postazione difensiva alle Fornaci, quindi si ritirarono a Montefortino, predisponendo sull'altura una valida postazione difensiva fortificata. I fanti della divisione Carpatica, provenienti da Converselle, il 17 novembre conquistarono la località ma i tedeschi, con un deciso contrattattacco, li scacciarono di nuovo. Montefortino, essendo considerato di grande importanza strategica fu ripreso, sempre dai soldati polacchi, dopo quattro giorni di furiosi combattimenti. Per la durezza della lotta i polacchi ribattezzarono la località "piccola Cassino". La conquista risultò basilare, consentendo sia l'avanzata verso il bolognese della 46.a che da giorni era ferma sul torrente Cosina, sia di proteggere Castrocaro dai cannonneggiamenti. 

Questa schematica ricostruzione degli avvenimenti di settantadue anni fa evidenzia il valore di chi combatté per riportare la democrazia nel nostro paese ed è per questo che appuntamenti come quello che si è svolto a San Lazzaro di Savena assumono una straordinaria rilevanza. Da una parte serve per non far dimenticare e dall'altra far comprendere che nessuno ha il diritto di privare un popolo di un bene prezioso come la libertà.

Gabriele Zelli, sindaco di Dovadola

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