Esplorare il mondo delle adozioni: nasce l'associazione dei genitori adottivi

Da oggi a Forlì tutti coloro che gravitano intorno al mondo dell’adozione, sia nazionale che internazionale, hanno un nuovo punto di riferimento. L’associazione di promozione sociale GAF (Genitori Adottivi Forlì) è nata per condividere esperienze fra i genitori adottivi, per avvicinare altre coppie all’esperienza dell’adozione, per promuovere e sostenere questo impegno fondamentale per la gioia di molti: non solo i bambini, che dopo la solitudine finalmente hanno dei genitori e un luogo da chiamare casa, ma anche le coppie di “aspiranti” genitori che, per le più diverse ragioni, decidono di intraprendere questo percorso, difficile sì, ma pieno di gioia e amore, da dare e ricevere incondizionatamente. Un percorso che a volte rende necessario un confronto, per ridimensionare le preoccupazioni, per ricevere un consiglio o un riscontro. 

L’associazione si è costituita liberamente, al termine del percorso post-adozione, composto da otto incontri, tenutosi presso il coordinamento adozioni del Comune di Forlì e che ha visto coinvolte la psicoterapeuta Maria Grazia Parisi e l’assistente sociale Chiara Mascellani. Come racconta quest’ultima, “questa associazione l’ho desiderata e l’ho sperata. Al termine di ogni percorso post-adozione, sentivo che era proprio un peccato lasciarsi”.

Mascellani ha poi proseguito il suo intervento: “Il fenomeno delle adozioni è cambiato tantissimo negli ultimi anni. Dal 2010 a oggi, sono state formate 146 coppie e si sono realizzate 65 adozioni, 36 delle quali internazionali. Un dato importante è che, delle 29 adozioni nazionali, circa la metà è a rischio giuridico”. Infatti in Italia il sistema giuridico relativo a queste problematiche è molto complesso, e talvolta si verificano rallentamenti. Peraltro, l’ultima adozione realizzata a Forlì coinvolge un ragazzino di ben 16 anni, a dimostrazione che non solo i più piccoli possono sperare.

Parisi ha descritto con una pregnante similitudine l’esperienza della genitorialità. Se infatti la genitorialità naturale è simile a una marea, e l’arrivo di un bambino comporta un’emozione tanto grande quanto racchiuso nell’arco di nove mesi, l’arrivo in famiglia di un bambino adottivo arriva dopo una lunga, a volte lunghissima attesa, e da un giorno all’altro tutto è sommerso come dopo uno tsunami. Eppure, in tutti e due i casi è possibile che, una volta che la marea si è ritirata, si trovi sulla battigia un tronco spezzato o una preziosa madreperla. Questo accomuna tutte le esperienze di genitori e per questo la nascita dell’Associazione GAF è così cruciale, perché pur navigando, talvolta, in acque agitate, si avranno sempre nuovi punti di riferimento e di confronto.

I presidente dell’Associazione Antonio Ozzimo ha invitato a raccontare la sua esperienza Jamilet, che a 8 anni è stata adottata dal Cile e portata in Italia alla fine degli anni ’80. Una testimonianza che ha posto l’attenzione sulla completa assenza di un supporto psicologico nei suoi confronti, sia prima che dopo il suo arrivo in un paese straniero, senza conoscere la lingua e senza potersi esprimere. Un’esperienza che l’ha segnata profondamente, ma che oggi costituisce la sua forza e che l’ha portata a interessarsi alle tematiche dell’adozione, tanto da voler lei stessa intraprendere questa strada. Questa volta, da madre.

E' intervenuta anche Rossella Ibba, dirigente del servizio Benessere Sociale e Partecipazione: “Come Comune, abbiamo accolto il progetto e la nascita di questa associazione come un prezioso dono alla comunità, dalla comunità”. L’iniziativa ha infatti ottenuto il Patrocinio del Comune di Forlì ed è ora alla ricerca di una sede dove poter svolgere incontri e attività: i progetti in cantiere sono molti, e la speranza è di vedere crescere sempre di più questo piccolo gruppo, per creare insieme una cultura diversa, più flessibile, lontana dagli stereotipi.