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Cronaca

Aeroporto, dopo i voli ora si lavora al piano di sviluppo: si punta su negozi e aree commerciali

Nuove destinazioni a partire dal 26 marzo con la compagnia virtuale Go to Fly. La società di gestione FA lavora al piano di sviluppo aeroportuale da presentare a Enac entro l'estate

Sta per decollare la nuova stagione dell’aeroporto Ridolfi di Forlì che, dal 26 marzo prossimo, aprirà alle nuove destinazioni annunciate nei mesi scorsi, grazie all’avvio della compagnia aerea virtuale “GoTo Fly”, il cui braccio operativo è Aeroitalia. La prima destinazione in calendario è Napoli, alla quale seguiranno le tratte di collegamento con tutto il Sud d’Italia e con le mete prettamente estive che toccano Sardegna e Sicilia, ma sarà possibile volare anche in Grecia (a Zante e Cefalonia), in Croazia (a Zara e Dubrovnik) oltre che a Oradea, Mostar, Lourdes e Tirana. Confermati i collegamenti con Ryanair per Palermo e Katowice. Dopo aver perfezionato e reso operativo il piano voli per la prossima stagione, la società di gestione Forlì Airport - che ha ottenuto da Enac la concessione trentennale dell’aeroporto - entra nella fase “due”, quella che riguarda gli investimenti per le infrastrutture. In queste settimane la società sta lavorando al Piano di sviluppo aeroportuale dello scalo forlivese, che dovrà essere presentato a Enac entro l’estate, come spiega il direttore business aviation di F.A, Andrea Stefano Gilardi. 

Cosa contiene, in concreto, il piano di sviluppo aeroportuale del Ridolfi? 
“È un piano investimenti che si concentra sugli aspetti strutturali dell’aeroporto, in particolare per quanto riguarda l’apertura di nuovi negozi e attività commerciali all’interno del terminal, dove oggi è presente solo un bar. Attività che rientrano nella progettazione del travel retail, ovvero l’ampliamento dell’offerta dei servizi per i passeggeri e per il loro comfort. Stiamo lavorando anche a una nuova progettazione e alla rimodulazione dei gate di imbarco e a tutti quegli aspetti funzionali e necessari per un completo rilancio dello scalo”. 

Sono previsti altri investimenti per il 2023, oltre a quelli commerciali, che interessano il sedime aeroportuale nel suo complesso?
“Siamo pensando a un potenziamento delle infrastrutture aeroportuali che andranno ad aggiungersi all’attuale hangar, anche in considerazione del fatto che nell’aeroporto forlivese, che copre una superficie di 70 ettari, ha base la Albatechnics, una delle due realtà certificate in Italia, l’altra è a Napoli, specializzata nella manutenzione aerea di Boeing e Airbus. Un’eccellenza alla quale vogliamo dare ulteriore impulso e sviluppo”.

Parlando di numeri, il mese di gennaio si è chiuso per il Ridolfi con oltre 10 mila passeggeri in transito.
“Chiudiamo il 2022 con un traffico passeggeri che si assesta sulle 98 mila presenze e stimiamo che, tra l’inizio delle attività della nuova compagnia virtuale e fino al termine del primo anno (dal 26 marzo 2023 al 25 marzo 2024), arriveranno a 130 mila, rispetto a una previsione di 230 mila passeggeri in transito nello scalo forlivese per il 2023. Parliamo di una industria, quella aeroportuale, in continua crescita, che oggi rappresenta una commodity e come tale va gestita e implementata”.

In anni non lontani, quando i destini del Ridolfi erano incerti, si parlava di “guerra dei cieli”. È ancora così?
“A oggi non vedo guerre dei cieli. Al contrario, abbiamo ampliato l’offerta commerciale offrendo un bouquet di destinazioni ampio e articolato. Faccio un esempio: alcune tratte dell’aeroporto di Forlì non sono operate da Bologna; penso a Cefalonia, Lourdes, Napoli, destinazioni che sono quindi complementari e che vanno a intercettare passeggeri che una volta erano obbligati ad andare al Marconi di Bologna, perché non avevano alternative, e che ora possono decollare comodamente da Forlì. Anche alla luce del fatto che il Ridolfi è un aeroporto smart, con tempi medi di 40 minuti per le operazioni di imbarco facilmente raggiungibile dall’autostrada. Non parlerei di guerra dei cieli, anche se non tutti amano Forlì”.

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