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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Agenzia delle Entrate negli ex negozi da 'serie A': 12 vetrine spente che contribuiranno a uccidere il centro

Se il cantiere abbandonato per quasi due anni nel portico degli Uffici Statali in piazza Saffi è stato un grosso problema per il commercio per il centro, i progetti successivi potrebbero essere pure peggio

Se il cantiere abbandonato per quasi due anni nel portico degli Uffici Statali in piazza Saffi è stato un grosso problema per il commercio in centro, i progetti successivi potrebbero essere pure peggio. Presentando il completamento della riqualificazione del portico di proprietà dell'Agenzia del Demanio (70 giorni di lavori e 85mila euro di spesa, un anno e dieci mesi di cantiere fermo sbloccato solo dopo un sopralluogo del direttore nazionale dell'Agenzia e un'interrogazione parlamentare), è emerso che gli ex negozi del piano terra (2 dei quali “sfrattati” dal Demanio e uno trasferito per la lentezza del cantiere) saranno adibiti a uffici statali, front-office dell'Agenzia delle Entrate. In totale altre 12 vetrine che si spengono nel cuore della città, due di queste prospicienti ad angolo su piazza Saffi, dove cioè in ogni città “normale” ci dovrebbe essere il commercio di élite.

Un ulteriore tassello, uno dei tanti, che va in senso contrario a linee guida che si vanno ripetendo da anni in convegni e conferenze stampa. Ma a predicare bene è facile, razzolare male altrettanto. “Quella zona dovrebbe essere la serie A del commercio in centro, vuol dire che andremo a passeggiare per vedere le vetrine dell'Agenzia delle Entrate”, commenta sconsolato Giancarlo Corzani, direttore della Confesercenti forlivese. Vetrine che, stando agli orari degli uffici statali, al primo pomeriggio saranno pure chiuse, aumentando la desertificazione di quell'angolo di piazza Saffi. 

Nel suo ragionamento Corzani elenca come questo progetto vada in senso contrario rispetto a “tutto quello che ci eravamo detti”. Quelle 12 vetrine che saranno soppresse, infatti, “rientrano in quello che abbiamo sempre definito il 'Quadrilatero del commercio', quella che dovrebbe essere l'area commerciale di maggior pregio del centro storico, la serie A del centro”. Si tratta del quadrilatero tra piazza Saffi, via delle Torri, piazza del Duomo e corso Garibaldi. “In questo centro molto esteso, ogni volta che portiamo in giro operatori commerciali che valutano di insediarsi, questi ci rispondono che stentano a vedere un'area a particolare vocazione commerciale, dove si possa concentrare un passeggio dello shopping, per noi l'area più vocata alla concentrazione dei negozi è quella”. Insomma, come dire che gli effetti negativi saranno di ulteriore indebolimento di tutto il sistema commerciale del "salotto buono".

Si è sempre detto, inoltre, che è stato un errore permettere di insediare banche e attività terziarie nei locali a piano terra dei corsi del centro e da anni si indica la strada di tentare di portare tali attività ai primi piani, per lasciare spazio al commercio nei piani terra, specialmente quelli di pregio, dove il passeggio è protetto da un portico. Qui si andrà in senso contrario: dal primo piano, infatti, tali attività si sposteranno nel piano immediatamente sotto. “Noi abbiamo sempre dato quest'indicazione, consapevoli che ci scontriamo con privati proprietari degli immobili che possono avere progetti differenti”, allarga le braccia Corzani. Ma in questo caso la scelta è stata fatta da un ente pubblico. “Riteniamo che gli uffici ad alta frequentazione debbano stare in centro, per esempio l'anagrafe, è un motivo di attrazione di traffico pedonale, ma in questo caso parliamo di un ufficio che non è così ad alto afflusso di pubblico e in ogni caso è già presente al primo piano dello stesso edificio”, spiega Corzani. Il direttore della Confesercenti non se la prende con i responsabili degli uffici: “Ci sarà stato un dipendente ministeriale che avrà valutato i locali e ritenuto più efficiente un'altra organizzazione degli spazi. Non è il suo compito interagire con le difficoltà di una città, con la salvaguardia di un centro vivo”. Ma forse – anche se Corzani non lo dice – sarebbe stato qualcuno in Comune che avrebbe dovuto far valere su un'altra articolazione dello Stato le esigenze della collettività.

Che dire, poi, del fatto che si vanno a spegnere le vetrine che dovrebbero “accompagnare” il passeggio verso corso Mazzini, identificato ora come il malato più grave per il commercio in centro. “Viene meno lo scivolo verso corso Mazzini, si viene a creare un'interruzione commerciale come avvenne  una decina di anni fa in corso Garibaldi con la chiusura dei negozi sotto la Fondazione Cassa dei Risparmi”. Altro 'refrain': mancano spazi commerciali di dimensioni più ampie del negozietto in centro. Bene, tra i 7 negozi che si vanno a chiudere sotto gli Uffici Statali c'è anche l'ex negozio di scarpe Bentivogli, la cui superficie è tutt'altro che trascurabile. Che dire, infine, dei progetti tanto vagheggiati di trasformare il Palazzo delle Poste di piazza Saffi in un grande magazzino commerciale? “Uno dei problemi, ogni volta che si è affrontato questo progetto, è anche il contesto, la questione già spiegata della difficoltà ad individuare un cuore commerciale del centro”, spiega Corzani. Quindi, un domani, se mai 'Zara' vorrà insediarsi al Palazzo delle Poste, non avrà come vicini di casa altri negozi, ma il front-office dell'Agenzia delle Entrate. Anche perché "una volta insediati lì quegli uffici, non se ne andranno più", rileva Corzani. Conclude il direttore di Confesercenti: “Si può fare tutto, ma poi non siamo credibili quando andiamo a dire cose differenti”.

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