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Cronaca

Un anno di Covid, Angelini (Ausl Romagna): "Con le vaccinazioni crollano i contagiati tra i sanitari. La variante inglese prenderà il sopravvento"

Ad un anno dall'inizio del covid approfondimento con la dottoressa Raffaella Angelini, direttore del Dipartimento di Sanità Pubblica dell'Ausl Romagna

Il Covid è entrato ormai da un anno con prepotenza nelle nostre vite, da minaccia lontana è diventato giorno dopo giorno un nemico invisibile sempre più temibile e subdolo. Che bilancio si può tracciare dopo un anno di virus? La campagna di vaccinazione può essere davvero l'arma in più nella lotta alla pandemia? Su questo scenario interviene la dottoressa Raffaella Angelini, direttore del Dipartimento di Sanità Pubblica dell'Ausl Romagna.

L'esperto delle varianti: un caso di Sudafricana in Romagna

Dottoressa, avrebbe pronosticato lo scenario in cui ci troviamo ora lo scorso febbraio, quando eravamo all'inizio dell'epidemia?
Onestamente no, è ovvio che quando ci fu il primo caso di Covid a Codogno ci fu subito grande preoccupazione da parte di noi tecnici sanitari. Ma probabilmente nessuno avrebbe pronosticato un'emergenza sanitaria di queste dimensioni, e di questa durata. Il tour de force sta diventando davvero lungo

Può tracciare un bilancio di un anno di Covid, come ha reagito il sistema sanitario all'emergenza?
Il sistema sanitario ha fatto miracoli, in particolare se si pensa che nel corso degli anni è stato impoverito dai governi che si sono succeduti, a causa della spending review. Si chiede di fare di più con meno risorse e questo diventa estremamente difficile quando arriva l'emergenza. Ma il sistema ha saputo reagire a tutti i livelli: negli ospedali ma anche nella prevenzione. Ho trovato una disponibilità che onestamente non mi aspettavo. Non c'è stato bisogno di ordini di servizio, la settimana lavorativa si è allungata al sabato e alla domenica. Abbiamo dovuto sperimentare contro una malattia strana. In Romagna l'Ausl unica ha dato la possibilità di bilanciare i malati covid nei vari ospedali

Come si può spiegare la differenza di contagi piuttosto evidente tra il territorio cesenate e quello forlivese? Nel Cesenate se ne contano quotidianamente praticamente il doppio
C'è una differenza evidente, ma non addebiterei questo ai comportamenti nei due territori. La maggior parte dei casi emerge dal contact tracing, il Cesenate ha avuto probabilmente più focolai familiari e questa differenza nel numero dei contagi si mantiene stabile

Capitolo vaccini, si iniziano a vedere i primi effetti dell'immunizzazione tra medici e infermieri? C'è un calo sensibile dei sanitari contagiati?
C'è un fortissimo calo dei contagi tra gli operatori sanitari. Per rendere l'idea siamo passati da 150 a 20 casi. Nell'ultima settimana di dicembre il 5% dei contagi colpiva medici e altri sanitari. In quest'ultima settimana la percentuale è scesa sotto l'1 %. E incrociando le dita dico che non si registrano casi nelle strutture per anziani. E' fondamentale proseguire con forza con la vaccinazione di massa degli over 80.

L'età media degli infettati si abbassa, ma questo dato è anche conseguenza delle vaccinazioni di massa sulla popolazione anziana?
No, direi che l'abbassamento dell'età media dei contagiati è legata alla diffusione della variante inglese del Covid. C'è da chiarire che questa variante non è più grave ma molto più contagiosa. Per questo il dato univoco è che il virus si sta diffondendo di più negli ambienti giovanili

Cosa ci aspetta nelle prossime settimane? Le varianti destano preoccupazione?
Ci dobbiamo rassegnare al fatto che la variante inglese prenderà il sopravvento. Per la sua alta contagiosità diventerà predominante come del resto è accaduto in Inghilterra. Questo non deve stupire perchè non è una novità che un virus muti e diventi più efficace

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