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Cronaca

Aiutare chi aiuta per mestiere: nasce l'associazione "Gestire l'ingestibile"

La mission dell'associazione è favorire la cultura del benessere psico-fisico ed etico delle forze di soccorso armate e di polizia, dei servizi di sostegno sociale e dell'educazione, delle professioni sanitarie, ovvero delle cosiddette professioni d'aiuto

Non ci sono in Italia adeguati sostegni per coloro che, svolgendo professioni di aiuto, possono essere colpiti da disagio psico-fisico e “Gestire l’ingestibile” - associazione che non persegue scopi di lucro, apartitica e aconfessionale – è nata proprio per sopperire a questo vuoto istituzionale. E' nata due mesi grazie alla sottoscrizione dei soci fondatori:  Andrea De Lorenzi, Edoardo Polidori, Roberto Galeotti, Isabella Leoni, Maria Gabriella Massafra, Marco Ravaioli e Mario Peruzzini.

“Chi aiuta, per mestiere, quando ha bisogno di aiuto, non sempre lo chiede o è in grado di farlo. Vuoi per una forma di pudore, per non mostrare la propria debolezza, perché l’immagine che la società ha di quel dato mestiere (poliziotto, vigile del fuoco, medico, insegnante) è quella dell’eroe senza macchia e senza paura. Accade sempre più spesso quindi che molti drammi personali rimangano nell’ombra, che nell’aiutante senza aiuto si apra una crepa insanabile, un marchio infamante da occultare”, spiegano i fondatori.

La mission dell'associazione è favorire la cultura del benessere psico-fisico ed etico delle forze di soccorso armate e di polizia, dei servizi di sostegno sociale e dell'educazione, delle professioni sanitarie, ovvero delle cosiddette professioni d'aiuto. Fra le priorità  dell’associazione c’è sicuramente quella di studiare metodi attivi individuali e collettivi per prevenire il disagio derivante dalla attività rivolta alla persona e al contesto sociale nelle varie forme in cui esso può manifestarsi. “C’è piena consapevolezza – continuano i soci - che le attività professionali di queste categorie di lavoratori e volontari possono produrre effetti negativi sulla persona sia in ambito sociale  sia in ambito psichico conseguenti ai timori e ai rischi per l’incolumità fisica, e ai vari e gravosi fattori stressanti cui queste persone sono quotidianamente esposte”.

Fra le attività che l’associazione intende svolgere, per perseguire i suoi scopi, ci sono sicuramente iniziative in ambito culturale (conferenze, corsi, congressi, dibattiti), editoriale (pubblicazione di libri, riviste, bollettini), ricreativo (animazione, intrattenimenti teatrali e musicali, appuntamenti enogastronomici, feste di comunità), nonché attività di formazione. Potrà collaborare con enti pubblici e privati mantenendo in ogni caso la propria autonomia. In tale ambito l’associazione potrà svolgere attività commerciali a fronte di specifiche convenzioni o accreditamenti con enti pubblici e privati. Chiunque può iscrivere all’associazione, pagando una quota associativa annuale. Il primo appuntamento che vedrà in trincea l’associazione sarà il seminario che si terrà il prossimo 14 novembre al teatro “Verdi” di Forlimpopoli, intitolato “I mille volti della violenza”.

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