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Cronaca

Al via la settimana di preghiera per l'unità dei cristiani

Primo appuntamento venerdì, alle 20.30 nella chiesa avventista di via Curiel con la preghiera ecumenica presieduta dal nuovo pastore Gianni Caccamo

Il Centro per l ’ecumenismo e il dialogo interreligioso, di cui è responsabile don Enrico Casadio, la Chiesa avventista, la parrocchia ortodossa romena e le parrocchie greco cattoliche romena e ucraina propongono e celebrano la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani che si celebra dal 18 al 25 gennaio sul tema “Ci trattarono con gentilezza”. Primo appuntamento venerdì, alle 20.30 nella chiesa avventista di via Curiel con la preghiera ecumenica presieduta dal nuovo pastore Gianni Caccamo. Sabato, alle 18.30, nella chiesa di San Giuseppe in via Albicini celebrazione ecumenica del vespro con la comunità ortodossa romena presieduta da padre Florin Hanis.

Infine domenica, alle 16.00 chiesa di San Pio X in Ca’ Ossi celebrazione ecumenica presieduta dal vescovo mons. Livio Corazza. La Settimana di preghiera è preceduta tradizionalmente dalla Giornata del dialogo ebraico-cristiano che vedrà quest’anno alle 17.00 nella sala don Minzoni del Seminario arcivescovile di Ravenna la conferenza del rabbino Luciano Meir Caro sul tema “il Cantico dei Cantici”.

Il Papa, che chiude solitamente la settimana con la celebrazione solenne dei vespri nella basilica di San Paolo Fuori le Mura a Roma, concluse così la preghiera dello scorso anno: “È facile scordare l’uguaglianza fondamentale che esiste tra noi: che all’origine eravamo tutti schiavi del peccato e che il Signore ci ha salvati nel Battesimo, chiamandoci suoi figli. È facile pensare che la grazia spirituale donataci sia nostra proprietà, qualcosa che ci spetta e che ci appartiene. È possibile, inoltre, che i doni ricevuti da Dio ci rendano ciechi ai doni dispensati ad altri cristiani. È un grave peccato sminuire o disprezzare i doni che il Signore ha concesso ad altri fratelli, credendo che costoro siano in qualche modo meno privilegiati di Dio. Se nutriamo simili pensieri, permettiamo che la stessa grazia ricevuta diventi fonte di orgoglio, di ingiustizia e di divisione. E come potremo allora entrare nel Regno promesso?”
 

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