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Cronaca

Alea candida al Pnrr progetti per 26 milioni: "Basta parlare solo di rifiuti, parliamo di ambiente"

Il più grosso dei progetti del valore di circa 20 milioni di euro, Alea lo ha candidato ai bandi Pnrr per costruire un proprio biodigestore per lo smaltimento dell'umido

“Basta parlare solo di rifiuti, iniziamo a parlare di ambiente perché è per per questo che siamo citati come esempio positivo per tante realtà. Guardiamo avanti”: l'imprenditrice Simona Buda è presidente di Alea da meno di un anno e non ci sta a guardare solo al presente. Presiede per conto dei Comuni del territorio una società che gestisce un servizio pubblico molto complesso con circa 150 lavoratori. “Un altro incarico del genere non l'avrei preso, sono a Forlì da 11 anni e ci metto la faccia in prima persona in Alea, con dedizione perché credo che passa fare qualcosa di utile per l'ambiente. Lo scopo della nostra squadra è fare qualcosa di concreto”, spiega Buda.

E' infatti dalla corretta gestione di ciò che scartiamo tutti i giorni nella nostra vita, spesso troppo piena di oggetti che compriamo e consumiamo alla velocità della luce, che passa la difesa dell'ambiente, dai mari al sottosuolo con la discariche, all'aria che respiriamo con gli inceneritori. “Ci potrà essere qualche critica, che è normale che ci sarà sempre, ma non dobbiamo 'vergognarci' di essere Alea, che è un'eccellenza del territorio. E a chi pensa che se non ci fosse Alea tornerebbe il cassonetto stradale, dico che sbaglia perché il mondo non va in quella direzione”. Ed ancora: “Anche con la politica c'è condivisione degli obiettivi, ci sentiamo con sindaci di orientamento politico diverso e c'è la piena consapevolezza che collaborare è nell'interesse di tutti”. Nelle intenzioni della neo-presidente c'è di dare sempre più supporto alle scuole per l'educazione ambientale, "fino ad arrivare all'università".

E proprio per potenziare i servizi ambientali, Alea ha candidato ad un bando del Ministero dell'Ambiente, finanziato con i fondi del Pnrr, due progetti per circa 26 milioni di euro. Lo scopo è quello di completare per certe frazioni il ciclo dei rifiuti. “Il progetto chiave – spiega il direttore ad interim Angelo Erbacci (è direttore generale di Livia Tellus e ha assunto la reggenza in attesa che venga completato il concorso per la figura apicale) – è il grande ecocentro da realizzare in via Golfarelli alle spalle della sede di Alea”. Il progetto è stato già definito nei dettagli e alla fine dell'estate si spera che ci sarà una graduatoria degli interventi finanziati.

Un altro progetto pilota, in questo caso per circa 50mila euro di valore, è la realizzazione in piccoli comuni con maggiore vocazione turistica di stazioni ecologiche automatizzate con identificazione dell'utente, dove possano conferire regolarmente, alle stesse tariffe dei cittadini, le utenze come le seconde case e le strutture turistiche non alberghiere. Per queste utenze, dai camper alle case in affitto per le vacanze, ad ora non esistono altri modi di conferimento se non i cestini stradali, che però sono pensati per piccoli rifiuti. 

Il più grosso dei progetti, però, del valore di circa 20 milioni di euro, Alea lo ha candidato ai bandi Pnrr per costruire un proprio biodigestore per lo smaltimento dell'umido. Attualmente Alea si avvale dell'impianto di Hera che si trova a San Carlo di Cesena, nella zona dell'ex discarica della Busca. “Non pensiamo ad un impianto per fare business, ma ad uno per gestire il rifiuto prodotto dal nostro bacino al minor costo”, sintetizza Erbacci. Il bacino di Alea produce circa 20mila tonnellate annue di umido, per cui l'impianto sarebbe tarato su una capacità di 30mila tonnellate annue, per ricomprendere lo smaltimento anche degli sfalci pubblici e privati. Il progetto in questo caso è solo preliminare e si attende la fine dell'estate per capire se arriveranno o meno i finanziamenti europei.

In questo caso, il vantaggio è sia ambientale, in quanto si smaltisce il rifiuto umido producendo gas e compost, ma anche economico, dal momento che le frazioni differenziate sono soggette a prezzi di mercato e non regolamentati, a differenza dell'indifferenziato dove invece le Regione stabilisce un costo a tonnellata. Attualmente il bacino di Alea di Forlì produce circa 14mila tonnellate di secco, che prendono la strada dell'inceneritore di Hera, ma rappresentano appena il 12% circa di quanto viene bruciato nell'impianto di via Grigioni. 

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