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Cronaca

All'Arena San Domenico "Mozart incontra Dante": il Maestro Sonia Franzese spiega l'essenza del Requiem

Spiega Armando Caruso direttore dell’Accademia della Voce del Piemonte: "Mozart 4 anni prima che morisse riceveva le lettere di preoccupazione del padre. In queste lettere si rinviene l’essenza dell’essere umano"

L’Arena dei Musei di San Domenico è pronta ad ospitare un’altra serata di grande spessore culturale, artistico e musicale. L’Accademia della Voce del Piemonte proporrà “Mozart incontra Dante”: il Requiem di Mozart nella trascrizione a quattro mani di Carl Czerny, accostato al Sommo Poeta Dante in occasione del 700esimo anno della sua morte. “La musica verrà proposta in un luogo simbolico – spiega Armando Caruso direttore dell’Accademia della Voce del Piemonte – sappiamo quanto il nome di Dante sia legato a Forlì”.

Protagonista del concerto sarà il Coro sinfonico Reine Stimme composto da Sung Hee Park (soprano); Romina Tomasoni (mezzosoprano); Andrea Semeraro (tenore); Emidio Guidotti (basso); Giannandrea Agnoletto e Luca Brancaleon (pianoforte). I quali si esibiranno in Organico corale di circa 35 elementi diretto dal Maestro Sonia Franzese. 

Maestro, che cosa ascolteremo?
“La trascrizione di Carl Czerny del Requiem di Mozart. La trascrizione è stata commissionata da un Abate Benedettino, musicista e grande amico di Mozart e della moglie Costanze. Czerny compone una rivisitazione tutta sua, particolare, non mette mano alla inconfondibile tonalità di Mozart ma ritocca la parte pianistica contaminandola sotto l’influsso della corrente del romanticismo. Ne viene fuori, nonostante i virtuosismi di un autore molto complesso, un’opera più facilmente riproducibile rispetto a come Mozart l’aveva concepita, è stata resa più alla portata delle persone. In questo modo il Requiem ha potuto diffondersi e diventare noto. La tonalità è in Re Minore, una tonalità del buio che poi è contrasto tra buio e luce. Questo apre, secondo me, all’essenza del Requiem…”.

Cioè?
“Mozart 4 anni prima che morisse riceveva le lettere di preoccupazione del padre. In queste lettere si rinviene l’essenza dell’essere umano: accettare, attraverso la vita, la morte. Mozart muore poco dopo, a 36 anni, e già così giovane provava la sensazione di andare a dormire ogni sera con il dubbio di non svegliarsi il giorno dopo. Ha accettato la morte finché il suo volto – si legge dalle lettere - gli è diventato talmente familiare ed amichevole da rasserenarlo e consolarlo. La morte è la chiave per la beatitudine, è questo il pensiero del Requiem”.

Su quali aspetti avviene l’incontro tra Dante e Mozart?
“Dante ha scritto l’opera che, per eccellenza, riguarda il passaggio dalla vita alla morte. In Mozart c’è questa componente, questo è un parallelismo”.

Anche perché il Requiem tocca i temi della morte, del paradiso, di Dio…
“Assolutamente sì. Il testo della messa da Requiem è un testo sacro. L’inizio è un adagio: Requiem aeternam dona eis domine è la richiesta di dare pace a colui o colei che sta per intrattenere il viaggio d’avvicinamento al Dio che ognuno pensa di avere. Dante fa esattamente questo nel suo viaggio, affiancato da Virgilio prima e Beatrice poi, nonché dagli altri personaggi che incontra lungo il cammino”.

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