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Cronaca Villafranca

Allagamenti a Villafranca, residenti scettici sulla vasca di laminazione: "Rischi sanitari, meglio 2 chilometri di muro"

I cinque interventi proposti dal Consorzio sono interventi costosi e impattanti, uno consiste in una vasca di laminazione, un altro di una duna di 10 metri che dovrebbe fare da argine

Nell'ultimo incontro che si è tenuto tra il Consorzio di Bonifica e gli abitanti del quartiere Villafranca, il nuovo presidente del Consorzio, Stefano Francia, prima di presentare i progetti ipotizzati per affrontare il problema inondazione ha fatto un'ammissione di responsabilità relativa all'allagamento del 2015, anno in cui lui non era ancora presidente. "A fronte anche delle foto scattate in quell'occasione - spiega il vicecoordinatore del quartiere Valerio Giulianini - che i sottopassi del Canale non erano stati controllati e ripuliti a dovere e alcuni erano ostruiti. Punto e a capo. Poi è vero che non si sa con certezza se le cose sarebbero potute andare così anche con i sottopassi puliti ma la cosa importante è che il nuovo presidente abbia preso atto di una serie di situazioni che nel 2015 si erano verificate".

Per quanto riguarda, invece, i progetti proposti dal Consorzio sono interventi importanti e chi ha i terreni in quella zona può dare un parere più concreto e reale. Per un cittadino, che non abbia competenze tecniche, è difficile capire cosa sia importante realizzare per evitare un prossimo allagamento. "Quello che noi possiamo fare - ha spiegato Patrizia Carpi, l'attuale coordinatrice del quartiere Villafranca - è informare i cittadini, ascoltare le loro osservazioni, raccoglierle e passarle in un documento strutturato al Consorzio. Poi toccherà al Consorzio decidere se ascoltare i nostri pareri oppure no".

I fatti su cui non si discute, invece, sono che l'argomento sia molto sentito dagli abitanti e che i loro animi s'infiammino subito. I cinque interventi proposti dal Consorzio sono interventi costosi e impattanti, uno consiste in una vasca di laminazione, un altro di una duna di 10 metri che dovrebbe fare da argine. "Mi è sembrato di capire che gli abitanti, soprattutto chi ha dei terreni privati, a fronte di interventi così impattanti - ha continuato Giulianini - preferisca un impegno, che tra l'altro c'è già, da parte del Consorzio di una regolare pulizia e controllo dei sottopassi. Secondo molti basterebbe questo". C'è anche chi, nei progetti presentati, intravede addirittura un pericolo sanitario per la popolazione locale. E' il caso del veterinario Carlo Ravaioli che, riferendosi agli abbassamenti di terreno proposti o alle eventuali vasche, mette in allerta sul problema proliferazione zanzare, vettori del letale virus West Nile. "Invece di pensare a dune altissime o vasche di laminazione - spiega Ravaioli - non capisco perché non realizzano un muretto, come hanno fatto lungo il porto di Cervia o a Fosso Ghiaia, per contenere l'innalzamento del livello dell'acqua. Basterebbero due chilometri di muro, un intervento che sicuramente costa meno di tutti i progetti presentati finora e, soprattutto, non creerebbe rischi sanitari per gli abitanti. Tra l'altro, proprio per questo motivo, ho già pronta la diffida: realizzare spazi dove il ristagno dell'acqua è forzato significa favorire malattie gravi, e questo non è accettabile". 

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