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Cronaca

Allarme medici, ne mancano la metà in pronto soccorso. "Con la Mike abolita recuperabili 600-900 interventi chirurgici al mese"

Un quadro drammatico per la carenza di medici nell'Ausl Romagna: ne mancano il 12% in media, che salgono al 26% per quanto riguarda i pronto soccorsi degli ospedali romagnoli

Un quadro drammatico per la carenza di medici nell'Ausl Romagna: ne mancano il 12% in media, che salgono al 26% per quanto riguarda i pronto soccorsi degli ospedali romagnoli e arriva ad un deficit del 50% se si guarda situazioni particolarmente critiche, come lo è il pronto soccorso di Forlì. E' il quadro che ha tracciato il direttore generale dell'Ausl Romagna Tiziano Carradori, che ha relazionato giovedì pomeriggio nel corso di un consiglio comunale tematico sulla sanità. A suo fianco l'assessore regionale alla Salute Raffaele Donini. 

Nella sua relazione introduttiva Carradori snocciola i numeri: “Ci manca il 12% di medici rispetto al 2019, eppure il personale nell'Ausl Romagna è aumentato del 16% dal 2019, parliamo di 1.200 unità di personale in più, che erano arrivate a 1.900 nel picco pandemico. La precarietà è stata ridotta del 56%”. Però, precisa Carradori: “si tratta per lo più di personale infermieristico e ausiliario, ma pochi medici perché non riusciamo ad assumerli”. Ciò significa un deficit di 287 camici bianchi, mentre altri 80 se ne andranno in pensione nel 2023.

Da qui poi la questione spinosa della soppressione della seconda automedica del territorio forlivese, la 'Mike32' di stanza a Meldola, che interviene con le ambulanze nei casi più gravi. “Ma se ho un medico, dove lo devo mettere? Io lo metto ad affiancare un medico di pronto soccorso. Eticamente non posso mettere anestesisti a copertura dei mezzi di soccorso, mentre dalle sale chirurgiche  mi chiedono più sedute operatorie per operare le pazienti in lista di attesa. Ho chiesto quanto si poteva recuperare con il medico anestesista della Mike. E' emerso che si poteva fare una seduta operatoria in più ogni giorno feriale, vale a dire 600-900 interventi chirurgici in più al mese”, dice Carradori. 

Il dibattito: ritorno all'Ausl di Forlì? Frenata del centro-destra

“Sono un pubblico ufficiale, oltre che medico, e le risorse dei medici le impiego dove c'è più valore aggiunto”, conclude Carradori. Il problema resta, però, la mancanza dei medici: “I nostri medici hanno l'età media più alta del mondo, 56 anni. I numeri ci sono tutti per prevedere che ci saranno posti vacanti, ma il sistema ha tarato gli accessi a Medicina non sul fabbisogno di medici ma su quanti soldi volevamo spendere”. Sul problema della mancanza dei medici, infine, Carradori punta il dito sull'introduzione dell'obbligo “dal 2000 di avere la specialità per l'assunzione nella sanità pubblica, tagliando fuori 10-15mila camici grigi, laureati in medicina ma senza specializzazione, e più di 30mila medici ancora impegnati nei percorsi universitari, abilitati all'esercizio della professione: come Ausl non li posso assumere, mentre il privato accreditato che eroga servizi a noi può  farlo”.

Sul fronte degli investimenti, infine, commenta Carradori: “Abbiamo un piano poderoso di 590 milioni di euro, ma non si può fare il bilancino tra territori. A Forlì il Morgagni-Pierantoni ha blocco centrale ultimato nel 2004, quello del Bufalini risale alla fine degli anni '50”.

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Nel suo intervento, il sindaco Gian Luca Zattini ha fissato i punti che, però, necessitano un chiarimento. Ha detto Zattini: “Sulla spesa sanitaria spero in un cambio di passo del nuovo governo rispetto ai tagli avvenuti coi ministri Speranza, Grillo e Lorenzin, ma mi rivolgo anche a chi è vicino: in Romagna la nostra spesa sanitaria pro capite è più bassa di quella del resto della Regione. La sanità romagnola ha fatto molti sforzi per contenere i costi di gestione, ma questo non deve andare a detrimento delle risorse disponibili”.

Ed altro punto di Zattini: “Dal piano investimento dell'Ausl ci sono 90 milioni di euro per il Ravennate, 68 per il Riminese e 42 per Forlì-cesena, sono numeri da chiarire dato che parliamo di tre tre realtà analoghe”. Ed infine: “Il servizio deve essere uguale dalla Campigna a Milano Marittima. Il tema della Mike di Meldola è stata portata all'attenzione dell'azienda sanitaria da tutti i sindaci indipendentemente dai colori politici”.

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