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Cronaca

Allarme povertà, 2.300 famiglie seguite dalla Caritas

Il direttore della Caritas diocesana forlivese Sauro Bandi, non ha dubbi: "La crisi economica sta arrivando al culmine, infierendo sempre più sulle famiglie

Il direttore della Caritas diocesana forlivese Sauro Bandi, non ha dubbi: “La crisi economica sta arrivando al culmine, infierendo sempre più sulle famiglie. Senza la ricostruzione di una rete di legami, capace di sostenere gli individui nell’affronto delle difficoltà quotidiane e degli imprevisti provocati dalla crisi, sarà fallimento”. Bandi ha espresso la sua opinione a Fontanazzo di Fassa, sulle Dolomiti, nel corso del Campo famiglie di Azione Cattolica tenutosi nell’albergo “Villa Bertinoro” di proprietà della Diocesi.

Negli ultimi due anni gli operatori Caritas, parallelamente all’incalzare della crisi hanno visto precipitare nella povertà decine di nuovi utenti. Nel 2011, il numero di nuclei familiari seguiti dalla Caritas è cresciuto da 1.740 a 2.297, con le famiglie italiane arrivate al 27% del totale. Il bisogno più avvertito rimane il lavoro, ma cresce a dismisura la richiesta di generi alimentari, al punto che gran parte dei 25 Centri di Ascolto Caritas parrocchiali coinvolti nell’azione sul territorio, hanno “crocettato” gli alimenti come esigenza primaria. Altri dati 2011 sono le 10.202 colazioni distribuite, i 15.345 pasti serali erogati e i 2.706 pacchi alimentari assegnati solo dal Cda diocesano, con un incremento di tutti i servizi erogati. Gli stessi utenti incontrati al Cda capofila sono passati da 1.574 dello scorso anno a 1.669. “Sono soggetti – continua il responsabile Caritas - che richiedono un accompagnamento sempre più complesso e prolungato nel tempo”. Il culmine della crisi economica sta determinando la caduta di una grossa fetta di classe media al di sotto della soglia di povertà e la collocazione di un’ancor più grande numero di individui e famiglie nella zona grigia a rischio impoverimento. “Si tratta – precisa Bandi - della condizione di chi, pur non essendo ancora in povertà, rischia di precipitarvi con il verificarsi di uno solo fra i seguenti imprevisti: malattia cronica, perdita del lavoro e nascita di un nuovo figlio”.

Alle difficoltà dovute alla precarietà del lavoro, all’aumento della cassa integrazione e della disoccupazione, si aggiunge spesso una sorta di sbornia collettiva del consumo facile, che ha portato milioni di forlivesi ad indebitarsi oltre misura e quindi all’impossibilità di ripagare le rate dei prestiti in essere, nonché le spese vive legate alla casa (affitto, mutui e bollette) e al vivere quotidiano. “I dati sul perdurare di questa crisi ci impongono di mettere a fuoco nuove strategie di risposta, basate non solo sul tamponamento delle emergenze, ma anche sulla rigenerazione di reti di relazioni, in cui tutti i soggetti che vi si coinvolgono possano trarne beneficio, in termini di reciprocità degli impegni e di possibilità di condividere le poche o molte risorse di cui ciascuno è portatore, sia in termini di beni materiali che di competenze/tempo da mettere a disposizione degli altri”. In altre parole, si tratta di riscoprire pezzi di Comunità dentro le nostre società, ovvero contesti di vita quotidiana in cui gli individui e le relazioni fra questi hanno un peso: “Una soluzione di questo tipo – conclude Bandi – consentirebbe di sperimentare riconoscimento e fiducia, ma anche soddisfazione dei bisogni e piacere negli scambi”. Altro che “sms” e “chat”: “Costruendo relazioni dirette e comunitarie, gli individui possono infatti perseguire i propri interessi attraverso azioni coordinate e reciproche con gli altri membri della comunità, sperimentando nel contempo appartenenza e sicurezza e costruendo la propria identità nei rapporti faccia-a-faccia”
 

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