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Cronaca

Gli alluvionati della Cava: “L’inverno si avvicina ma nessun intervento sul fiume e le fogne ancora piene: ci sentiamo soli”

Molte le segnalazioni e le richieste: emerse durante l’assemblea sull’alluvione del quartiere Cava-Villanova: “Prorogare oltre il 31 ottobre i termini per l'immediato sostegno"

Messa in sicurezza del territorio, manutenzione dei fiumi, interventi al sistema fognario, censimento dei danni e chiarezza sui tempi e le modalità dei rimborsi. Sono queste le richieste pressanti - le stesse che si ripetono da tre mesi a questa parte - arrivate dai residenti del quartiere Cava-Villanova colpiti dall’alluvione del 16 maggio, nel corso dell’assemblea che si è tenuta nella serata di martedì al Parco Leopoldo Bertozzi, in concomitanza con quelle organizzate dal quartiere di San Benedetto e dei Romiti

Domande, in attesa di risposta, da parte dei cittadini nei quali, a tre mesi dall’alluvione, forte è il senso di smarrimento misto a rabbia, per la “mancanza di informazioni chiare" e per il perdurare di situazioni critiche. Durante l’incontro, organizzato dal Comitato di quartiere, sono state recepite le richieste e le segnalazioni dei cittadini che saranno portate sui banchi della Commissione speciale di indagine sull'emergenza alluvione che si riunirà giovedì pomeriggio nella sala consiliare del Comune

“Tavolo tecnico per dare risposte ai cittadini”

Presenti un centinaio di persone, a introdurre la serata Eleonora Visani, coordinatrice del quartiere: “Non siamo qui per darvi risposte perché non le abbiamo - ha detto in premessa - ma per sapere quali sono le problematiche da portare in Commissione”. Presente all’incontro Valentina Grillandi, in rappresentanza del Comitato unitario delle vittime del fango Forlì - nonché alluvionata residente in via Zignola - che ha ribadito la richiesta di istituire un tavolo tecnico “per la gestione dell’alluvione, d’intesa con il Comune di Forlì e con i quartieri, per aiutare i cittadini, per farci ascoltare e per fare in modo che non si dimentichi quello che è accaduto in Romagna: questo è il nostro obiettivo e non ci sono altre motivazioni. L’unione fa la forza”. Nei prossimi giorni sarà istituito nel quartiere Cava un punto di raccolta firme per le adesioni al Comitato. 

A dare conto dell’attività e delle finalità della neo Commissione speciale alluvione la consigliera comunale del Partito Democratico, Elisa Massa, presente all’incontro, che ha sottolineato l’importanza del ruolo dei quartieri - “che sono stati il primo presidio sul territorio a diretto contatto con i cittadini fin dalle prime ore dell’emergenza per coordinare gli interventi”. Massa ha poi sottolineato la necessità di un censimento dei danni “in quanto le domande di Cas e Cis non forniscono un quadro aderente alla realtà”.

“Dopo l’alluvione prigioniero in casa mia”

Molte le problematiche che ancora persistono a partire da quelle relative al sistema fognario. “Io mi sono allagato e ho perso tutto - dice un residente di via Rigossa - e adesso mi sento agli arresti domiciliari, prigioniero in casa mia, dove vivo al primo piano con mia moglie in carrozzina, perché le fogne sono piene di fango e alla prima pioggia mi allago. Chiamo in Comune due volte alla settimana e ogni volta mi dicono che faranno la segnalazione, ma non è mai passato nessuno”.  “Anche a casa mia non si è presentato nessuno a quantificare i danni - gli fa eco un’altra residente di via Rigossa -. E’ possibile che siamo lasciati soli a gestire cose più grandi di noi? Non è colpa nostra quello che è avvenuto e io ancora non mi capacito di come non ci abbiano avvisati in tempo. E adesso mi sento abbandonata in una situazione più grande di me”. 

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La paura delle piogge 

Stesse criticità in via Falterona e in via Tossignano: “Anche qui non si è visto nessuno - dice un altro residente - le fogne sono piene e quando piove l’acqua ci entra in casa”. E non va meglio in via Padulli, con i fossi pieni di fango. Forte e diffuso il timore per l’avvicinarsi della stagione invernale, delle piogge e delle conseguenze che possono avere su un territorio già falcidiato dall’alluvione se non si interverrà tempestivamente per la pulizia e messa in sicurezza dei corsi d’acqua - interventi in capo a Regione e Consorzio di bonifica - e per il ripristino delle fognature “anche se - ha detto la coordinatrice del quartiere - mi hanno detto che non sono più adeguate alla portata delle piogge e al numero dei residenti e non c’è modo di risolvere il problema”. 

Prorogare i termini per i contributi di immediato sostegno

La lontananza delle istituzioni e la mancanza di una comunicazione efficace sono aspetti fortemente contestati dal quartiere. “Abbiamo assistito a una latitanza dell’amministrazione comunale nei confronti di chi ha subito danni fisici, psicologici e morali - dice un residente -. La vicinanza delle istituzioni in queste circostanze è un dovere civico al quale questa amministrazione è venuta meno”. Tra le richieste c’è poi quella di prorogare il termine, fissato al 31 ottobre, per la presentazione della documentazione necessaria a ottenere il contributo di immediato sostegno. Altra istanza ribadita durante l’incontro, quella relativa al censimento dei danni, per poter procedere a una quantificazione reale dei rimborsi.

Le perizie

C’è poi il tema delle perizie, sollevato da più parti, per la valutazione dei danni subiti dalle abitazioni alluvionate. A questo proposito è intervenuto il consigliere comunale di Forlì Cambia, e membro della Commissione alluvione, Loris Ceredi, che ha fornito indicazioni pratiche sulle procedure. “In base alla legge 100 per l’alluvione - ha detto Ceredi - è necessario fare una relazione sullo stato del fabbricato della zona alluvionata, con perizie da parte dei tecnici, e un progetto di ristrutturazione dell’edificio che deve essere autorizzato dal Comune, per arrivare a una perizia asseverata. Oggi c’è bisogno di risposte - ha sottolineato - e la Commissione intende stimolare gli enti a intervenire su quello che doveva essere fatto prima e non è stato fatto, e i Comuni a fornire indicazioni ai cittadini”. 

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