L’alluvione travolge l'ultimo cinema porno della Romagna, erede di una famiglia che da 120 anni lavora nelle sale cinematografiche
L’esondazione non ha risparmiato il Cinema specializzato nella programmazione di film per soli adulti nel quartiere Cava. Oltre 100 mila euro di danni, avviata una raccolta fondi
Si potrà anche storcere il naso pensando ai tanti che hanno subito danni a causa dell'alluvione - prioritari rispetto a molti altri -, ma in mezzo al quartiere Cava da oltre cinquant'anni operava con discrezione un'attività economica che appartiene forse ad un altro mondo, quello dei cinema monosala di periferia ormai quasi interamente soppiantati dai grandi multisala dotati di grandi servizi e tecnologie all'avanguardia. Questo cinema - gestito da una delle famiglie storiche che hanno portato i film su grande schermo a Forlì - per resistere si era riconvertito quasi vent'anni fa alle luci rosse. Un mercato anch'esso ormai soppiantato completamente da internet ora e dalle videocassette prima, tanto che può essere considerato ormai l'ultimo cinema porno della Romagna, fatta eccezione per un'altra piccola sala a San Giovanni in Marignano.
L’alluvione che nella notte tra il 16 e il 17 maggio ha travolto interi quartieri della città non ha risparmiato l'attività un po' vintage del Cinema Ariston, specializzato nella programmazione di film per soli adulti nel quartiere Cava, uno dei più colpiti dagli allagamenti. L’acqua si è portata via il pavimento e ha sommerso le 320 sedie della platea, con danni che superano i 130 mila euro. Attualmente la sala è chiusa e, come si legge sul sito internet, sono in corso i lavori di pulizia e ripristino della sala.
“Ci stavamo riprendendo dopo le chiusure dovute alla pandemia e, nel momento in cui il pubblico era tornato numeroso con spettatori che venivano anche da fuori Forlì, è arrivata l’alluvione che ci ha messo in ginocchio - spiega Cristina che gestisce la struttura -. Speriamo di poter usufruire dei contributi per rimettere a posto la sala e ripartire dopo l’estate”. L’Ariston è rimasta una delle poche sale a luci rosse ancora in funzione - in Emilia Romagna ce ne sono in tutto cinque, questa compresa - che, prima dell’esondazione che l'ha colpita, aveva due proiezioni pomeridiane durate la settimana e quelle serali nel week end, fino a raggiungere 70 spettatori alla volta.
Tuttavia, i forlivesi dalla mezz'età in su ricorderanno che l'Ariston non è stato sempre a luci rosse. Inaugurato nel 1972 e presentato alla città come il “salotto di Forlì”, è stato il primo cinema in Italia che, oltre alle classiche poltroncine, disponeva di divanetti biposto, una novità assoluta per le sale cinematografiche del tempo. All’epoca l’Ariston era molto frequentato, grazie alla proiezione di pellicole di successo che attraevano un pubblico numeroso ed era inserito nel circuito di programmazione dell’allora Cinema Astra ed Esperia, gestiti dalla famiglia di Cristina.
Una storia che nasce da lontano, quando Giuseppe, fratello del nonno di Cristina, si reca a Parigi nel 1902 dai Fratelli Lumière per acquisire la licenza che dà avvio all’attività di famiglia. “Mio zio, Pierino, era il proprietario del Cinema Astra - racconta - che poi è passato a mio padre Francesco e nel 2016 abbiamo festeggiato i 120 anni di attività in questo settore”.
Tutto cambia con l’avvento delle vhs, dei dvd, dei cinema multiplex e di internet, che di anno in anno portano allo spopolamento e poi alla chiusura delle tradizionali monosale. E così, nel 2004, l’Ariston decide di riconvertirsi ai film per soli adulti e diventa “CineHard”. “Abbiamo trovato in questo filone ‘di nicchia’, disponibile sulla piazza di Forlì e dintorni, una alternativa valida per rimanere in attività - spiega Cristina, che dopo l’alluvione ha anche avviato una raccolta fondi per riaprire la sala - e ci auguriamo, dopo questa ennesima difficoltà, di riuscire a essere di nuovo pronti per il mese di settembre”.