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Cronaca

Alluvione, tutte le informazioni sui danni agli immobili: "Sono ingenti e molti non hanno soldi per i ripristini"

Ora che si è ritirata l’acqua e che è stato spalato via il grosso del fango, in molti si stanno ponendo domande sui danni, le responsabilità, i ristori e gli indennizzi assicurativi.

Che ne sarà delle case alluvionate? Che ne sarà di tutti i quartieri coinvolti nella catastrofe di acqua che si è abbattuta su Forlì? “E’ presto per poterlo dire, la fotografia della situazione non è ancora chiara e il quadro dei provvedimenti normativi non completo”, spiega il presidente vicario di Confedilizia Forlì Stefano Senzani. Ma ora che si è ritirata l’acqua e che è stato spalato via il grosso del fango, in molti si stanno ponendo domande sui danni, le responsabilità, i ristori e gli indennizzi assicurativi.

Senzani, partiamo dalle situazioni più dirette: i danni alle case.
“Alcune si sono solo “sporcate”, e anche questo è un danno, per altri immobili invece ci possono essere problematiche enormi, anche lesioni strutturali. I casi più gravi sono quelli degli edifici si rischiano di diventare inagibili per problematiche nel sottosuolo, con i muri che poggiano su fondamenta non più stabili. Per i muri, invece, non si è trattato solo di un bagnamento, ma di un’abluzione nell’acqua per giorni che può averli compromessi. Per non parlare dei danni nelle tubature nel sottosuolo, negli impianti, nell’arredo, gli infissi come porte e finestre. Bisogna vedere ogni singolo immobile in che condizioni si trova, in ogni caso rivolgendosi ai tecnici per la valutazione”.

La domanda che tutti si pongono: chi paga?
“Il decreto Alluvione è stato appena pubblicato, dalle prime anticipazioni non c’è soddisfazione sugli importi destinati dallo Stato al ripristino edilizio”.

Non è la prima volta che ci sono calamità naturali come terremoti e alluvioni che danneggiano il patrimonio edilizio. Come interviene normalmente lo Stato in questi casi?
“Non c’è un ‘normalmente’, ogni catastrofe naturale viene gestita con suoi provvedimenti specifici. Noi come Confedilizia, anche a livello centrale, a Roma, promettiamo di dare il massimo impegno. Al momento non sappiamo come verranno coperti i costi di ripristino, abbiamo riserve sull’adeguatezza delle risorse finora stanziate. Non credo che i costi verranno risarciti nella totalità, almeno i fondi finora destinati non lo consentono”.

Gli immobili non sono generalmente assicurati?
“Nella gran parte dei casi le polizze non coprono questi eventi calamitosi. Ma bisogna vedere cosa prevede ogni singolo contratto, bisogna analizzare caso per caso. L’assicurazione come prima cosa va a vedere cosa c’è scritto nel contratto. E poi ci sono altre questioni sui ripristini…”.

Quali?
“A Forlì non abbiamo molti casi di grandi proprietari di immobili, ci sono piccoli proprietari che hanno 1-2-3 immobili, magari ereditati, qualcuno che con il canone di affitto che incassa paga il mutuo sullo stesso immobile… Molti proprietari, insomma, non hanno la possibilità finanziaria di intervenire per i ripristini. Per non parlare delle pratiche edilizie, che necessitano di documentazione del Comune che è finita anch'essa alluvionata nell’Archivio comunale. Molto è stato digitalizzato, ma molto altro no. Ci sono poi le tempistiche: per i primi contributi si è posta la scadenza del 30 giugno, ma come si fa a stabilire un danno in poco tempo?”

Ci sono poi questioni di responsabilità su chi deve intervenire. Per esempio immobili che sono inagibili per problemi alle infrastrutture pubbliche, per esempio le numerose voragini che si sono aperte in strada in via Locchi e via Nervesa. A chi tocca?
“Il caso di via Locchi purtroppo non è l’unico. Come si rimedia se un edificio è inagibile per un collasso nel sottosuolo in area pubblica? Ci saranno incontri specifici in Comune per capire come si rimedia a questo”.

Parlando di responsabilità c’è poi il rapporto tra proprietario e inquilino.
“Sono i casi più delicati. L’inquilino può pretendere di rientrare nell’immobile locato, ma il proprietario di fronte ad un evento eccezionale può replicare di non avere i soldi per il ripristino. Ci sono poi dei tempi tecnici: è impossibile intervenire su un muro finché non si è ben asciugato. A mio giudizio il proprietario può risolvere il contratto di locazione, ma finché la casa non è fruita il canone non è da corrispondere da parte dell’inquilino. E' materia su cui possono sorgere contenziosi, dove il tema – aggiungerei – non è solo di carattere giuridico, ma anche etico”.

Non ci sono solo le case, ma anche immobili aziendali, dove la gente lavora e genera reddito per sé i suoi dipendenti
“Sono casi ulteriori da affrontare, anche qui guardando alle polizze assicurative aziendali. C’è poi chi in questi immobili custodiva beni non suoi, pensiamo per esempio a un’auto in riparazione in un’autofficina alluvionata”.

Molte persone guardano poi anche al futuro più lontano, temono che gli immobili alluvionati perdano drasticamente di valore.
“In questo momento è impossibile parlare di valore degli immobili, nel senso di valore di mercato. Per parlarne bisogna almeno attendere il ripristino delle infrastrutture, dalle strade ai servizi come acqua e gas”.

C’è poi anche chi non ha avuto particolari danni, ma si trova ad avere un immobile in un quartiere alluvionato. Teme che quella casa, a volte l’unico immobile di proprietà e quindi la parte più consistente del patrimonio di famiglia, perderà nettamente di valore, anche una volta ripristinato tutto.
“Di dubbi di questo tipo non me ne hanno parlato, ma direi che al momento non è un timore fondato. Parliamo di edilizia recente, con costruzioni risalenti a 50-60 anni fa, ben servite da tutti i punti di vista, dai parchi alle scuole, in quartieri con un’identità spiccata, pensiamo ai Romiti, e con un’intensa vita sociale di quartiere. Se nell’arco di un quinquennio dovesse verificarsi qualcosa del genere, saranno necessarie politiche del Comune per riqualificare i quartieri”.
 

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