L'alluvione ha reso inagibili 5 edifici: una cinquantina i forlivesi colpiti dall'ordinanza di sgombero
Il Comune ha emesso le ordinanze di inagibilità degli edifici danneggiati dall’alluvione in attesa delle verifiche dei tecnici incaricati dai privati per il ritorno in sicurezza nelle abitazioni
Sono all’incirca una cinquantina le persone evacuate dagli edifici a rischio crollo dopo l’alluvione che il 16 maggio scorso ha colpito la città e che ancora si trovano fuori casa. Un provvedimento che si è reso necessario dopo l’intervento dei Vigili del Fuoco e dei tecnici comunali in quattro diverse zone di Forlì con situazioni di grave criticità, dopo si contano 5 edifici inagibili: in via Locchi dove si sono aperte delle voragini, in corso Garibaldi, a pochi passi da Porta Schiavonia, in via Isonzo e in via Consolare nel quartiere dei Romiti, tra i più fragellati dall’inondazione.
Difficile stabilire con precisione quando i cittadini evacuati, per ragioni di pericolo, potranno rientrare nelle proprie abitazioni. A stabilirlo saranno le verifiche tecniche in corso e l’entità degli interventi necessari per la messa in sicurezza degli edifici. Alle prime ordinanze di evacuazione emesse dal Comune per le abitazioni a rischio, in questi giorni sono seguite quelle di inagibilità, con le quali viene chiesto l’intervento di un tecnico, che deve essere individuato e incaricato dai privati, per il monitoraggio e le verifiche sullo stato strutturale degli edifici, che predisponga un piano di messa in sicurezza per garantire l’incolumità dei residenti.
“Per rientrare nelle proprie case - spiega l’ingegner Gianluca Foca, dirigente del Servizio Edifici pubblici del Comune - è necessario il parere tecnico di un professionista incaricato dai privati, che deve esprimersi sullo stato strutturale degli immobili, con una relazione sugli interventi per messa in sicurezza delle case, e una volta vagliate e approvate il Comune potrà revocare l’ordinanza di sgombero”.
“In questi edifici - spiega Foca - abbiamo rilevato problemi di cedimento del terreno dovuto alla vicinanza dell’alveo fluviale e alla massiccia presenza di acqua che hanno provocato l’abbassamento delle case e, con l’intervento dei Servizi comunali, abbiamo cercato di trovare prontamente le soluzioni più adatte per tutte le persone evacuate”.
Si tratta delle situazioni più gravi. Se infatti centinaia di forlivesi sono fuori casa in attesa del ripristino degli ambienti dai danni provocati dall'acqua, queste 50 persone non possono fare rientro a casa in attesa di verificare se lo stabile è ancora strutturalmente sicuro. Dodici le famiglie evacuate nel cuore della notte dal condominio “Annamaria” di via Locchi, per un totale di 26 persone, in parte ospitate da amici e parenti, in parte in strutture alberghiere di Castrocaro, a causa delle voragini che si sono formate nella strada e che hanno richiesto l’intervento dei Vigili del Fuoco, degli agenti della Polizia Locale e della Polizia di Stato.
A rischio crollo anche due stabili in corso Garibaldi, nei pressi di Porta Schiavonia, dove due settimane fa sono stati evacuati due edifici con problemi strutturali, per un totale di 7 unità immobiliari dichiarate inagibili. Una intera famiglia di 4 persone, con due bambini di 4 e 6 anni, sono stati trasferiti in un hotel di Castrocaro, mentre i 4 studenti universitari fuori sedo hanno trovato un alloggio temporaneo in modo autonomo. Stessa situazione per i residenti di via Isonzo e di via Consolare.