Alluvione, la politica si divide in Consiglio: prima fumata nera sul documento che doveva esprimere una richiesta unanime di aiuto
Tensioni e divisioni politiche in Consiglio comunale sul documento che doveva esprimere una posizione comune della città di Forlì sull'alluvione, in particolare per quanto riguarda le richieste di aiuti da avanzare al Governo
Tensioni e divisioni politiche in Consiglio comunale sul documento che doveva esprimere una posizione comune della città di Forlì sull'alluvione, in particolare per quanto riguarda le richieste di aiuti da avanzare al Governo, al commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo e agli enti preposti. Ma alla fine, dopo oltre due ore di dibattito è arrivata la fumata nera: non si è trovato l'accordo su un testo condiviso.
E' quanto si è registrato nel corso della seduta congiunta della prima, seconda e terza commissione consigliare di oggi pomeriggio, giovedì, quasi tutto il Consiglio comunale nella sua interezza, ma in seduta non deliberante. Unico punto in discussione era un testo di “ordine del giorno” sul tema dell'alluvione e delle sue tragiche conseguenze, con l'obiettivo deliberato di trovare una mediazione tra i diversi partiti per poi giungere ad un voto unanime in Consiglio.
Un obiettivo che si è subito rivelato non facile: durante la commissione congiunta, infatti, si è subito partiti con confusione, con circa un'ora impegnata per decidere quale dovesse essere il testo di partenza, indicato infine nel primo testo presentato (sentita anche la maggioranza di centro-destra) dal consigliere di opposizione Giorgio Calderoni, esponente del gruppo di centro-sinistra “Forlì & Co”. Il caos è poi aumentato con la proliferazione di emendamenti e testi-base, tanto che a un certo punta la presidente Elena Morra ha dovuto richiamare tutti allo spettacolo che si stava dando alla città: “Abbiamo la città prostrata, abbiamo qui presenti i rappresentanti dei quartiere dove l'alluvione ha portato via tutto, cerchiamo di fare uno sforzo comune, stiamo perdendo del tempo prezioso solo sulle procedure”.
E dire che il tutto era partito dall'auspicio di Calderoni, primo proponente di un testo più “ecumenico” di “metterci tutti un po' di buona volontà per giungere a un risultato comune”. Due, però, sono risultati gli scogli principali: la richiesta del centro-sinistra e del Movimento 5 Stelle di istituire una commissione speciale permanente sull'alluvione e il secondo un elenco dettagliato di impegni da chiedere a Governo, struttura commissariale, Regione e Comune.
Alla fine Pd, M5S e Forlì e Co si sono ricompattati su un testo comune, mentre il centro-destra - con posizioni diverse tra la presidente della commissione Elena Morra (espressione della Lista Civica 'Forlì Cambia'), di Lauro Biondi, capogruppo di Forza Italia e della Lega (per bocca del consigliere Albert Bentivogli) – ha dovuto chiedere una sospensione della seduta per individuare una posizione comune, infine “battezzata” nella proposta Calderoni con emendamenti di Morra.
Tuttavia l'operazione di sintesi non ha portato ad un'espressione di unanimità restando la contrapposizione destra-sinistra, tanto che alla fine il capogruppo Pd Soufian Hafi Alemani ha concluso: “Non siamo pronti ad andare in consiglio lunedì, rimandiamo al Consiglio di fine luglio”.
Diversa l'impostazione che avrebbe voluto il centro-sinistra. Prima di tutto l'istituzione di una commissione speciale, come già realizzata a Cesena, che per bocca di Jacopo Zanotti (Pd) “è irrinunciabile e necessaria, da realizzare come a Cesena, dove il sindaco Lattuca ha accolto la richiesta dell'opposizione di centro-destra”. “E' un modello interessante, può dare un contributo di raccolta delle informazioni e di proposte per la ricostruzione”, gli fa eco Federico Morgagni (Forlì e Co).
In secondo luogo per il centro-sinistra era fondamentale fissare nero su bianco degli impegni da chiedere al Governo. Li ha elencati Zanotti: “Fiscalità agevolata per famiglie e imprese; tariffe agevolate per acqua, luce e gas perché gli alluvionati hanno avuto consumi maggiori per le operazioni di pulizia; prestiti bancari garantiti; rafforzamento di personale ai Comuni colpiti; contributi per inquilini”. Tuttavia per Bentivogli, consigliere della Lega, “alcuni di questi temi sono stati già affrontati dai decreti del Governo, dobbiamo concentrarci su cosa si può fare a livello locale e ancora non è stato fatto, se no si fa solo propaganda”.
Netta la posizione di Alemani (Pd): “ Non dobbiamo trovare una sintesi su un testo che ci metta d'accordo tutti sulle virgole, ma dobbiamo avanzare delle richieste concrete, che rispecchi quello che la nostra gente pensa e che vuole vedere in una presa di posizione del Consiglio”. Sulla stessa linea Valentina Ancarani (Pd): “Dobbiamo redigere un testo che parli alla città, a coloro che ancora oggi sono nell'emergenza. Non dobbiamo fare un documento che vada a sottrarre qualsiasi cosa, che parli solo di principi generici per farci trovare un accordo al nostro interno, ma che non dice niente alla città. Non si possono depennare, quindi, gli impegni da chiedere al Governo, come noi non chiediamo di depennare gli impegni da chiedere alla Regione Emilia-Romagna. Senza questo si discute di niente”.
Ma a contraddire questa impostazione è Albert Bentivogli (Lega): “Si vuole fare un elenco delle spese di chi è stato colpito dall'alluvione? Ma non è questo lo scopo del documento. Il documento è un impegno generale di ogni organo competente di adempiere nel modo più veloce ai problemi causati dall'alluvione. L'elenco della spesa può essere affrontato sì in una commissione speciale, qui invece si parla di impegni di carattere generale. E' assurdo che la minoranza di centro-sinistra propone un documento, noi non lo modifichiamo quasi per niente e poi ci troviamo la minoranza stessa che ideologicamente ci dice che si vedrà in Consiglio”. Duro anche Biondi (Forza Italia): “Non cadiamo nel tranello di chi ci vuole far passare come quelli che vogliono dare risposte ai cittadini”.
In posizione intermedia Calderoni che avvisa: “Non possiamo pensare di risolvere tutti i problemi con un unico documento, dobbiamo considerare diversi strumenti con gradualità”. Così anche Massimo Marchi (Italia Viva): “Se non riusciamo ad arrivare al risultato scontenteremo tutti, in primis i cittadini. Chiedo uno sforzo se no sarà l'ennesimo fallimento. E' più facile fare il muro contro muro che una mediazione”.
Alla fine, stante l'apertura di Lega, Forza Italia, Forlì Cambia e Italia Viva sulla formazione della commissione speciale sull'alluvione, la sua istituzione è stata prevista come eventualità nella versione definitiva dell'ordine del giorno da mandare in Consiglio. Ma in commissione non si è trovato l'accordo su una presa di posizione unanime in merito alla catastrofe che ha investito Forlì. La palla passa ora al prossimo Consiglio comunale, per un nuovo tentativo di sintesi.