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Cronaca

Il gesto eroico nel bel mezzo della piena in via Isonzo: così ha salvato una ragazza, il video e il racconto

Il racconto del salvataggio di Sara travolta dall’inondazione in via Isonzo e salvata grazie all’intervento di un gruppo di ragazzi

“Mi sono legato una corda alla vita e mi sono buttato nell’acqua, a monte della fiumana, per cercare di raggiungere l’albero a cui si era aggrappata. Sono riuscito a legare la stessa corda alla sua vita e ci siamo fatti portare dalla corrente fino a che siamo arrivati sulla strada”.

Sono le prime ore della sera di martedì, quando la furia delle piogge e la violenza del fiume si abbattono su via Isonzo, nei pressi della pizzeria La Marì d’Otello (qui la notizia dei danni riportati), travolgendo tutto quel che incontrano. E’ in quel momento che Sara si trova a passare a piedi da lì e viene travolta dalla piena, nel tratto di strada dove finiscono le case. L’impeto delle acque la trascina per metri fino a un albero al quale riesce ad aggrapparsi. Ma è difficile raggiungerla anche per il gruppo di ragazzi, sono quattro cinque, che si trovano in via Isonzo e che assistono atterriti alla scena. 

C’è anche Eugenio Barzanti, 42 anni, residente nel quartiere di San Benedetto, che era lì con il suo fuoristrada per portare aiuto alla mamma di un amico che vive in zona. “E’ arrivata una pattuglia della polizia locale e abbiamo chiamato i soccorsi - racconta con sgomento Eugenio - ma era impossibile in quel momento arrivare all’albero e soccorrere la ragazza. Sono arrivati anche il padre e il fratello. Abbiamo provato a lanciarle delle corde ma non poteva prenderle se non lasciando la presa dell’albero. Momenti terribili”. 

Intanto la piena continua a salire, Sara è intrappolata nell’inondazione e l’acqua dalla vita le arriva alle spalle. E’ in quel momento che Eugenio decide di buttarsi. “Mi sono legato con una corda - racconta - tenuta dai ragazzi che erano con me e che, una volta raggiunta, ci hanno trascinato in salvo. Qualcuno doveva provarci, lo avrebbe fatto chiunque”. “Una volta in salvo l’abbiamo affidata alla pattuglia della polizia, era in stato di ipotermia - continua Eugenio - poi siamo tornati alle nostre case. Non ho più saputo niente di lei e adesso il mio desiderio è di sapere come sta”. Un ritorno a casa amaro per Eugenio che, a sua volta, trova l'abitazione completamente allagata perché proprio in quei minuti l’ondata aveva raggiunto anche il quartiere di San Benedetto. Come avrebbe fatto di lì a poco sommergendo gran parte della città. 


 

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