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Cronaca

Ambientalisti critici sul Verde comunale: "Potature troppo drastiche e stop ai boschi urbani non fruibili"

Più attenzione alle potature e stop ai “boschi urbani” se questi vengono intesi come aree verdi non fruibili dalla popolazione. Sono tra le richieste più pressanti che arrivano dal Taaf

Più attenzione alle potature e stop ai “boschi urbani” se questi vengono intesi come aree verdi non fruibili dalla popolazione. Sono tra le richieste più pressanti che arrivano dal Taaf, il Tavolo delle associazioni ambientaliste di Forlì. Le associazioni che si occupano di ambiente rilevano lo scarso coinvolgimento nelle scelte, così come quello dei quartieri per quanto riguarda le aree verdi più piccole sparse sul territorio. “Cerchiamo un confronto costruttivo, speriamo che Il Comune cambi il comportamento e se ci dà delle risposte negative che ce le dia documentate”, spiega Alberto Conti, presidente del Taaf.

Ma quello che vorrebbero gli ambientalisti non è solo cura del verde, ma anche che venisse fatta con un po' di genialità: “Non si mettono giù piante come se fossero un frutteto,c on un po' di genialità e di cultura potremmo realizzare aree verdi non solo di botanica e di forestazione, ma anche di arte, visto che siamo il Paese dell'arte e della cultura”, aggiunge Sergio Flamigni. Mentre in luogo dei boschi urbani, la soluzione proposta da Ivano Zecchini è una “gestione delle componenti vegetali  e di sfalcio differenziato, con cui  possono alternare aree ad alta manutenzione ad altre con manutenzione ridotta con 1-2 tagli l'anno, ma dove resta la resa paesaggistica per esempio delle fiorature stagionali, o con fasci arbustivi densi, e al posto di boschi casuali, piccoli boschetti a macchia, creando così piccoli ecosistemi”.

Nel mirino degli ambientalisti ci sono quindi le potature degli ippocastani di via Cerchia, giudicate troppo drastiche: “E' stato effettuato l’innalzamento della chioma con tagli di rami verdi anche di 10 cm di diametro. Tale tipo di potatura potrebbe aver compromesso la vita delle piante, visto che i rami sporgenti non erano di ostacolo al passaggio degli autobus . Simile lavoro era già stato effettuato anni fa, liberando il fascio luminoso dei lampioni che sono ad una quota di 5-6 metri di altezza, e quindi non se ne comprende la necessità”, spiega una nota. Mentre viene espressa soddisfazione per il ritorno degli alberi in viale Gramsci, l'attacco riguarda anche viale Bologna: “Le potature dei lecci sono  state effettuati per tagliare i rami secchi o parti ammalate delle piante o per togliere i rami  bassi e quindi tale da compromettere il transito delle bici o dei mezzi.  In diversi casi, però, per alzare la chioma, sono stati potati rami con un diametro cospicuo di oltre 12-15 cm. Durante la caduta dei rami sono state compromesse recinzioni e staccionate che dovranno essere ripristinate come evidenziato da responsabili del comitato di quartiere”.
 
Critiche anche per l’area di viale Bologna, angolo via Locchi. Critica il Taaf: “L’area è stata curata da volontari del Comitato di quartiere con sfalci e pulizie periodiche. Allo scopo di ottenere la realizzazione di  una zona ricca di verde e usufruibile dai cittadini, il Comitato aveva inoltrato una richiesta all’Amministrazion, nella quale si chiedeva una sistemazione dell’area con specie autoctone, vialetti, percorsi didattici ed arbusti. Il Comitato di quartiere non solo non ha mai  ricevuto riscontro alla propria  proposta, ma non è stato nemmeno mai interpellato e non ha mai potuto visionare alcun disegno progettuale. Per contro si è trovato, senza alcun preavviso, di fronte al fatto compiuto della piantagione, realizzata  dalla ditta incaricata dal Comune. Fin dal  primo nostro sopralluogo la piantagione, eseguita a sesto di impianto di 4 m di distanza fra una pianta e l’ altra, tipica dei frutteti, non risulta conforme a quanto richiesto dal comitato. Essa  è stata effettuata esclusivamente in un’ ottica quantitativa, solo per inserire il più alto numero di alberi. Nella scelta delle piante e nella distanza fra le stesse non si è considerato lo sviluppo della chioma, che per tali alberi richiederebbe  una distanza di almeno  5-6 metri”. Tuttavia in passato il comitato di quartiere Romiti ha espresso apprezzamento e sostegno al progetto.

Bocciati anche altri lavori di rimboschimento urbano  in altre aree: “L’unico scopo appare quello di aumentare  il numero degli alberi e non anche la fruibilità delle aree per la popolazione. Se lo scopo è  quello di ridurre il quantitativo di CO2 (ottima cosa per l’apparato respiratorio), bisogna però ricordarsi che esistono anche altri obiettivi per aumentare il beneficio sia psicologico che fisico della persona. Ci chiediamo anche perché, per aumentare il numero degli alberi nel territorio forlivese, non si sia provveduto a mettere piante  negli scampoli di terreno presso gli svincoli stradali e tangenziali ed anche nelle zone già individuate anni fa da alcuni progetti delle scuole, progetti che rimasero bloccati, nonostante ci fosse stata una mostra con le proposte, un incontro pubblico e l’impegno dell’Amministrazione”. Nel mirino anche l'area di via Briganti (San Martino in Strada), prevista come zona di compensazione ambientale dei tagli dei platani di via dell’Appennino a San Lorenzo in Noceto: “Nonostante la nostra segnalazione di degrado vegetazionale nel dicembre 2019 e la successiva assicurazione di intervento di riqualificazione, è ancora in stato di abbandono”. 

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