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Cronaca

Più contagi e ricoveri rispetto a un anno fa? "Meno male che c'era il vaccino, altrimenti sarebbe stata una strage"

Per avere un quadro dell’andamento della pandemia, però, è necessario andare oltre i numeri e analizzare il contesto, come conferma anche Francesco Cristini, direttore dell'Unità Operativa di Malattie infettive di Forli e Cesena

23 agosto del 2020: 37 casi attivi di covid-19 nel Forlivese, nessuno necessitante di ricovero. Esattamente un anno dopo, stesso giorno di confronto: 337 casi attivi, 11 dei quali ricoverati con sintomi. In questa seconda estate in pandemia, a guardare soltanto i numeri la situazione sembra peggiore rispetto a quella del 2020, quella che ha anticipato un autunno ed un inverno caratterizzato dalle ormai famose zone rosse, arancioni e gialle e da altri lockdown generalizzati. Per avere un quadro dell’andamento della pandemia, però, è necessario andare oltre i numeri e analizzare il contesto, come conferma anche Francesco Cristini, direttore dell'Unità Operativa di Malattie infettive di Forli e Cesena.

Come si spiega il fatto che i ricoveri non si siano mai avvicinati allo zero, come invece è accaduto in alcuni casi la scorsa estate?
Perchè quest'anno all'inizio dell'estate il numero di infezioni, sebbene in netto calo rispetto alla primavera, era ancora significativo e la quota di ricoverati osservata era pertanto prevedibile.

Perché lo scorso anno, prima estate di pandemia, i numeri erano più bassi rispetto a questa, caratterizzata dalle vaccinazioni?
L'estate scorsa iniziava dopo la prima ondata ed al termine di un lockdown, quindi con una popolazione di infetti molto bassa rispetto a quest'anno e in un momento in cui ancora non si era diffusa la variante delta. Questa estate è invece iniziata con una popolazione di infetti ancora alta, per l'assenza di un vero lockdown alle spalle e con una netta prevalenza della variante delta del virus, particolarmente contagiosa. Meno male quest'anno c'era il vaccino, altrimenti sarebbe stata una strage.

Quali sono le caratteristiche di questa che può essere considerata quarta ondata di coronavirus?
Al momento questa ondata non ha un andamento rapidamente ingravescente come in altri paesi tale da costituire una emergenza per la ricettività del sistema sanitario. Si pensi a cosa sta succedendo in alcuni stati del Sud degli Stati Uniti l'America, caratterizzati da una bassissima quota di persone vaccinate. Ma comunque i casi aumentano progressivamente e inesorabilmente, anche in Romagna.

Come sta fronteggiando l'aumento dei ricoveri l'Unità Operativa di Malattie Infettive?
Nelle ultime settimane l'Unità Operativa di Malattie Infettive di Forlì è riuscita a ricoverare tutti i casi meritevoli di ricovero degli ambiti di Forlì e di Cesena. Ma a partire dalla settimana scorsa sono state attivate anche l'Unità Operativa di Pneumologia di Forlì, che ricovera i pazienti che richiedono ventilazione avanzata, e l'Unità Operativa di Medicina di Cesena con alcuni posti letto dedicati a Covid-19. Solo tre per ora i pazienti ricoverati in Terapia Intensiva, a Cesena.

Quali sono i sintomi prevalenti con la variante Delta?
Sebbene si osservi una sintomatologia più spesso a carico delle alte vie respiratoria, tipo raffreddore per intenderci, la cosa fondamentale da tenere in considerazione è che la malattia moderata e severa, quella che richiede il ricovero ospedaliero, è quella di sempre, caratterizzata da polmonite e quindi potenzialmente grave soprattutto per le popolazioni a maggior rischio. Questo viraggio verso sintomi più “banali” dipende anche dal fatto che ora l'età media dei pazienti è nettamente inferiore rispetto alle ondate pre-vaccino, e le persone giovani e sane più raramente si ammalano in modo serio.

Nonostante i dati sostengono il contrario, in tanti nutrono ancora dei dubbi sull’efficacia del vaccino contro il Covid. Come si possono convincere gli scettici?
Spiegando bene i numeri in ballo, ma questi numeri andrebbero letti dagli scettici con attenzione e soprattutto in buona fede. Ci si accorgerebbe facilmente infatti di quanto la vaccinazione sia efficace nell'evitare il ricovero in ospedale, le forme gravi di infezione e i decessi. I numeri pubblicati dall'Istituto Superiore di Sanità, facilmente recuperabili sul sito Internet dell'Istituto, sono eloquenti. Basti solo considerare che ora la platea di gente non vaccinata è nettamente inferiore rispetto a quella vaccinata, eppure i pazienti ricoverati per Covid-19 sono per la grande maggioranza persone non vaccinate. La comprensione del fenomeno è davvero molto semplice.

Cosa accadrà secondo lei a ottobre?
Senza una buona sfera di cristallo è difficile rispondere. Quante previsioni in questo anno e mezzo, anche di gente autorevole, sono state disattese! Sicuramente bisogna rimanere preparati anche ad un eventuale peggioramento della curva epidemica, affrontabile in prima battuta mettendo in atto tutte le modalità possibili per spingere il maggior numero di cittadini non ancora vaccinati verso la vaccinazione. Solo così se ne esce. La riapertura delle scuole, che movimenterà milioni di bambini non vaccinati e al momento non vaccinabili e tutto il suo indotto, e la riapertura di tante attività dopo la pausa estiva, sarà infatti un momento critico che si sostituirà come fattore di rischio di contagio agli assembramenti delle vacanze estive.

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