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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

La settimana del Covid, nel Forlivese il virus allenta la morsa ma 39 classi in quarantena. In Romagna oltre 200 ricoveri

Nel Forlivese però negli ultimi 7 giorni il virus ha rallentato, è l'unico comprensorio in cui i positivi settimanali sono in leggero calo

Dal 29 al 5 dicembre la Romagna ha registrato 3.899 positivi su un totale di 52.756 tamponi. Emerge dal bollettino Covid settimanale dell'Ausl romagnola che conferma un aumento dei nuovi casi in termini assoluti (+498).  Sale anche il tasso di positività (dal 6,5% al 7,4%). E' l'ottava settimana di trend di crescita dei contagi. Resta particolarmente alto, ma in lieve calo nel distretto di Forlì il tasso di incidenza che tocca i 350 casi su 100mila abitanti.

Nel Forlivese però negli ultimi 7 giorni il virus ha rallentato, è l'unico comprensorio in cui i positivi settimanali sono in leggero calo: sono 689 e negli scorsi 7 giorni erano stati 701. Nel Cesenate i contagi settimanali passano da 598 a 669, viaggiano su numeri più alti il Ravennate (da 915 a 1210), e il Riminese (da 1187 a 1331). Il comprensorio di Forlì non regista focolai in strutture socio-assistenziali e sanitarie, mentre sono 39 le classi in quarantena (15 di scuola elementare, 11 di scuola materna, 2 di nido, 6 di scuola media e 5 di scuole superiori). Nell'ultima settimana la Romagna ha contato 19 decessi, ma nessuno forlivese. Sul territorio dell'Ausl romagnola continua il trend di aumento dei ricoveri a causa del virus, da 176 a 208, salgono anche le Terapie intensive (da 16 a 26).

Al dato aggiornato al 6 dicembre, almeno l'85% dei forlivesi e ravennati ha ricevuto una dose di siero anti-covid, percentuale più alta in Romagna che viaggia con una media dell'83%. Invariata la situazione nel Cesenate, stabile all'84%, nel Riminese, inchiodato al 78%. Non si è vaccinato ancora il 25% dei giovani tra i 12 ed i 19 anni, il 18% tra i 20 ed i 29 anni e il 22% tra i 30 ed i 39 anni. Per quanto riguarda la fascia 40-49 anni ha ricevuto il siero l'81% dei forlivesi, l'87% nella fascia 50-59, l'89% in quella 60-69, il 93% tra i 70 ed i 79 anni e la quasi totalità degli over 80. Doppia dose per l’85% dei forlivesi.

In Romagna, al 6 dicembre le prime dosi (comprese dosi uniche) somministrate nei centri vaccinali aziendali sono state 844.954 (306.028 nella provincia di Forlì-Cesena), mentre le seconde dosi 766.800 (277.442) e le terze 157.673 (56.066). Le dosi somministrate dai medici di medicina generale sono 81.918 (31.910 in provincia), mentre nelle aziende 8.038. Sono 230 (+3) i dipendenti Ausl sospesi perché hanno finora rifiutato il siero, 19 tra dirigenti e 211 di comparto. A Forlì gli operatori sospesi sono 32, (l'1,4% sul totale del personale con obbligo e non ci sono dirigenti), il dato migliore se viene confrontato col resto della Romagna, visto che il Ravennate ne ha 76, 74 il Riminese e 48 il Cesenate Ai 230 non vaccinati vanno aggiunti i convenzionati, che sono 18 (uno nel Ravennate, tre nel Cesenate, cinque nel Forlivese e nove nel Riminese).

"Si conferma anche questa settimana - commenta Mattia Altini, Direttore Sanitario di Ausl Romagna - un trend in crescita della circolazione del virus, in linea con il livello regionale e nazionale. Un dato che continua ad impegnare l’Azienda, in particolar modo nell’azione di tracciamento dei casi, (quasi 53.000 in una settimana) fondamentale per evitare la crescita della diffusione. Ma i numeri, se guardati attentamente e raffrontati con la stessa settimana del 2020, ci dicono anche un’altra cosa. Ovvero, che l’azione del vaccino contro il covid, al pari degli altri vaccini che conosciamo da più tempo,  previene le forme più gravi che richiedono l’ospedalizzazione, il ricorso alle terapie intensive e purtroppo in alcuni casi anche il decesso".

"Nel 2020 nella stessa settimana di riferimento la media di ricoveri settimanali era pari a 553  contro l’attuale pari a 193; nelle terapie intensive era pari a 42 pazienti a fronte degli attuali  22; i decessi erano 157 contro gli attuali 19. Nel 2020 la nostra vita è stata stravolta dal lockdown, dalle restrizioni, dalla mancanza di socialità - ricorda Altini -. Pensiamo a ciò che hanno vissuto i nostri ragazzi con la chiusura delle scuole. Se oggi, a pandemia ancora in corso, pur in presenza delle necessarie misure che dobbiamo continuare ad adottare ( mascherine, distanziamento, igiene delle mani), abbiamo ripreso le nostre attività e in larga misura la nostra socialità, lo dobbiamo solo alla forza del vaccino, unica vera barriera fra noi e il virus. Credo non ci sia altro da aggiungere, se non tornare a ribadire l’importanza per tutti di vaccinarsi".

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