La genesi del fortunale che ha seminato danni in parte della Romagna: "Sistema temporalesco partito dall'Appennino ligure"
L'analisi a cura di Pierluigi Randi, tecnico meteorologo certificato e meteorologo Ampro (Associazione meteo professionisti).
Ha seminato non pochi danni, come se non bastassero quelli causati dall'alluvione di maggio, il violento temporale che nella tarda mattinata di giovedì ha attraversato parte della Romagna, Forlivese compreso. "Il sistema temporalesco, del tipo QLCS (Quasi Linear Convective System), ovvero un sistema multicellulare lineare, è partito da lontano, vale a dire dall’Appennino ligure orientale percorrendo poi tutto quello emiliano-romagnolo fino a propagarsi, con la parte più intensa, sulle pianure adiacenti e fino alla costa meridionale ravennate", illustra Pierluigi Randi, tecnico meteorologo certificato e meteorologo Ampro (Associazione meteo professionisti).
"Formatosi per l’arrivo di aria fredda in quota dalla Francia entro una saccatura atlantica che è riuscita in parte a forzare la resistenza del promontorio anticiclonico nord-africano, ha trovato lungo il suo percorso condizioni favorevoli alla propria rigenerazione: aria molto calda e umida pre-esistente, e una convergenza nei bassi livelli tra una debole corrente settentrionale in discesa dalla Pianura Padana, e flussi da sud-ovest nel medio e alto Appennino", dettaglia Randi.
"Lungo questa confluenza di masse d’aria diverse ha avuto luogo la rigenerazione con celle talora molto intense che hanno dato i massimi effetti sull’Appennino ravennate e sulla fascia di pianura faentina, forlivese settentrionale, e ravennate meridionale fino alla costa - prosegue nell'analisi -. Si sono avuti forti rovesci di pioggia (localmente fino a 25 millimetri), grandine di piccole o medie dimensioni, ma localmente abbondante e forti raffiche di vento lineari (downburst fino a 80-85 km/h). Effetti modesti sul lughese e ravennate settentrionale, mentre il cesenate e il riminese non sono stati interessati".