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Anche a Forlì è il giorno del "Perdono d’Assisi": l'invito alla preghiera delle Clarisse di San Biagio

Le Clarisse di San Biagio invitano tutti a lucrare l’“Indulgenza della Porziuncola” presso la chiesetta di Santa Maria delle Grazie, con accesso da via San Giovanni Bosco 4

Martedì anche a Forlì è il giorno del Perdono d’Assisi. Si potrà lucrare la cosiddetta “Indulgenza della Porziuncola” sia all’Eremo di Montepaolo, sulle colline dovadolesi, custodito dal 2019 dalle monache Clarisse urbaniane provenienti da Faenza, che a Forlì nella chiesetta delle Sorelle Povere di Santa Chiara, posta in via San Giovanni Bosco 4. Il programma delle Clarisse forlivesi ha visto alle 6,45 la recita delle lodi, seguita alle 7.15 dalla santa Messa e alle 19 dai vespri. Perché tanto risalto da parte della chiesa cattolica al cosiddetto “Perdono d’Assisi”? Tutto si spiega con il clamoroso “strappo alla regola” che San Francesco operò nel 1216 contro la prassi delle indulgenze. Fino a quel momento, per ottenere la remissione dai peccati era necessario portarsi nelle basiliche romane o in Terra Santa, ma soprattutto sborsare fior di quattrini.

“Le fonti – si legge su perdonodiassisi.org - narrano che una notte dell’anno 1216, San Francesco fosse immerso nella preghiera presso la Porziuncola, quando improvvisamente dilaga nella chiesina una vivissima luce ed egli vede sopra l’altare il Cristo e la sua Madre Santissima, circondati da una moltitudine di Angeli. Essi gli chiedono allora che cosa desideri per la salvezza delle anime. La risposta di Francesco è immediata: «Ti prego che tutti coloro che, pentiti e confessati, verranno a visitare questa chiesa, ottengano ampio e generoso perdono, con una completa remissione di tutte le colpe».

«Quello che tu chiedi, o frate Francesco, è grande – gli dice il Signore - ma di maggiori cose sei degno e di maggiori ne avrai. Accolgo quindi la tua preghiera, ma a patto che tu domandi al mio vicario in terra, da parte mia, questa indulgenza». Francesco si presenta subito al pontefice Onorio III che lo ascolta con attenzione e dà la sua approvazione. Alla domanda: «Francesco, per quanti anni vuoi questa indulgenza?», il santo risponde: «Padre Santo, non domando anni, ma anime». E felice, il 2 agosto 1216, insieme ai Vescovi dell’Umbria, annuncia al popolo convenuto alla Porziuncola: «Fratelli miei, voglio mandarvi tutti in Paradiso!»”.

La concessione che il Poverello ottenne dal pontefice ha consentito a chiunque di liberare gratuitamente sé stesso ed i propri defunti dai peccati, semplicemente recandosi il 2 agosto in una chiesa francescana o parrocchiale. Oltre che a Santa Maria delle Grazie, il “perdono d’Assisi” potrà, infatti, essere acquisito in una qualsiasi chiesa della Diocesi, previa confessione sacramentale per essere in grazia di Dio (negli otto giorni precedenti o seguenti), partecipazione alla Messa e Comunione eucaristica, rinnovo della professione di fede mediante la recita del Credo per riaffermare la propria identità cristiana, recita del Padre Nostro per confermare la propria dignità di figli di Dio ricevuta nel Battesimo, una preghiera secondo le intenzioni del Papa per attestare la propria appartenenza alla Chiesa, “il cui fondamento e centro visibile di unità è il Romano Pontefice”. 

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