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Cronaca

Anche Forlì piange la scomparsa di padre Contardo Montemaggi

Padre Contardo è stato a Forlì una prima volta dal 1990 al 1995, periodo in cui ha svolto il suo servizio nel convento di Predappio

Si svolgeranno martedì 2 marzo a Santa Maria di Campagna in Piacenza i funerali di padre Contardo Montemaggi, scomparso domenica mattina nella città emiliana all’età di 85 anni. Il religioso, frate minore, era romagnolo d’origine essendo nato a Villa Verucchio di Rimini il 28 giugno 1935, figlio di Michele e Giuseppina Torri. Al secolo Corrado, era entrato in seminario a 11 anni. Il 28 settembre 1953, a 18 anni, fece l’ingresso nell’ordine francescano nel convento della “sua” Villa Verucchio.

Frequentò tre anni di liceo a Piacenza e il 18 marzo 1961 disse la sua prima messa. Prima di arrivare a Piacenza, l’ultima sua destinazione di servizio, aveva trascorso 15 anni a Parma, 3 a Faenza, 5 a Modena, 5 a Predappio e 14 a Ravenna. E’ stato cappellano, parroco, superiore del convento del suo paese natale, ma soprattutto esorcista, ruolo in cui era stato chiamato dall’allora arcivescovo di Ravenna monsignor Giuseppe Verucchi. Da buon romagnolo, non disdegnava mai la battuta e amava molto raccontare barzellette. Il suo motto era “lasagne lunghe e prediche corte”. A chi andava a confessarsi da lui era solito dire scherzosamente: “Voglio peccati grossi”. Nel suo periodo a Parma, presso il convento francescano della SS. Annunziata (dove arrivò nel 1962), fu molto attivo nel mondo degli scout come assistente ecclesiastico. Due anni fa, a Piacenza, ha raccontato la sua esperienza di esorcista davanti a duecento persone accorse ad ascoltarlo.

«Quando ero a Modena, un giorno dissi al vicario: “Sono convinto che sia più difficile per voi superiori comandare che per noi ubbidire”. “Mi hai fatto venire i brividi, se tutti i preti parlassero così”, replicò. “Perché non conosce i frati”, gli risposi. Quando da Predappio fui trasferito a Ravenna, quel vicario divenne vescovo proprio di quella città. Mi chiese di fare l’esorcista. Non rifiutai, anche su consiglio di un altro esorcista che mi disse: “Accetta, vedrai l’onnipotenza di Dio”». «Quando mi chiedono se sono un esorcista, rispondo che sono il frate indiavolato. Alle persone che si rivolgono a me mi presento facendoli partecipi di alcuni episodi della mia vita. Vita che dà tre doni – corpo, che tocca, lavora, guadagna, risparmia; anima, che sorride; spirito, che prega – e altrettanti problemi: famiglia, società, sentimenti».

Padre Contardo è stato a Forlì una prima volta  dal 1990 al 1995, periodo in cui ha svolto il suo servizio nel convento di Predappio. Fu poi trasferito a Ravenna, ma ritorna a Forlì nel 2009, questa volta nella comunità di Montepaolo, svolgendo anche l’incarico di esorcista della Diocesi. E’ un ruolo che ha mantenuto fino al 2014, l’anno del trasferimento a Reggio Emilia. Nel 2016 quel servizio è stato assunto, per disposizione del vescovo Lino Pizzi, da padre Marco Causarano, appartenente all’ordine dei Chierici Regolari Ministri degli Infermi, meglio conosciuti come Camilliani. 

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