Anche la trippa entra nella famiglia dei "Prodotti agroalimentari tradizionali"
La lista, approvata recentemente a livello regionale, confluirà poi nell’Elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali che costituisce un censimento di prodotti annualmente revisionabile
In tredici a tavola, la scaramanzia non c’entra quando ad essere in tredici non sono i commensali ma le specialità inserite nella lista dei “Prodotti agroalimentari tradizionali (PAT)” della provincia di Forlì-Cesena, che in totale raggiunge quota 87 “membri”. La lista, approvata recentemente a livello regionale, confluirà poi nell’Elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali che costituisce un censimento di prodotti annualmente revisionabile.
A ciascun prodotto è abbinato anche il termine dialettale, a testimonianza dell’alto valore storico e culturale racchiuso in questo patrimonio gastronomico, importante veicolo di conoscenza e comunicazione delle radici e delle tradizioni agricole e gastronomiche del nostro territorio. Questi i prodotti inseriti nella lista: Baccalà in umido (bacalà in ómid); Castagnaccio (castagnaz); Gnocchi di patate (gnóc); Nocino; Panzanella (panzanёla); Pappardelle (al parpadël; al parpadeli); Ragù alla romagnola (ragù ala rumagnola); Risotto con le poveracce (risót cun al pavaraz); Tagliatelle (tajadèli, tajadël, lasagni); Tagliatelle con gli stridoli (tajadël cun i strìdul; tajadël cun i strìgul, tajadëli cun i stridle); Tagliatelle verdi (tajadёl verdi, tajadèli verdi); Tortelli coi rosolacci (turtel cun al barösli; turtel con al ròşli); Trippa (trèpa).
Per questi prodotti il servizio Agricoltura, spazio rurale, flora e fauna della Provincia di Forlì-Cesena ha condotto la ricerca storica e documentato i 25 anni di tradizione consolidata, richiesti per ottenere il riconoscimento di “Prodotto agroalimentare tradizionale”.