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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Animali domestici e Covid, l'esperto Ausl: "I contagi sono pochissimi e ora più che mai sono di compagnia"

Se nel mondo ci sono svariati milioni di persone contagiate dal virus, per quanto riguarda gli animali (sia domestici che selvatici) il fenomeno è molto raro, praticamente si contano sulle dita di una mano

Dopo l'allarme mondiale per via degli allevamenti di visoni contagiati dal Covid, ora è ufficiale che cani e i gatti domestici non trasmettono il virus ma, al contrario, anche se raramente, possono essere contagiati dai padroni. A sostenerlo è stato il primo studio del progetto "CovidinPet" pubblicato su Nature communications che ha coinvolto i ricercatori del dipartimento di Medicina Veterinaria dell'Università di Milano e di Bari. La questione, però, riguarda ancora la teoria, perché sono  pochissimi i casi in cui si può parlare di sintomi da covid sugli animali. Se nel mondo ci sono svariati milioni di persone contagiate dal virus, per quanto riguarda gli animali (sia domestici che selvatici) il fenomeno è molto raro, praticamente si contano sulle dita di una mano.

"Io direi che gli animali da compagnia, in un momento difficile come quello che stiamo vivendo, in cui dobbiamo limitare i contatti umani, svolgono molto bene la loro funzione di amici fedeli nella nostra quotidianità e sono veramente esseri preziosi - spiega il veterinario Claudio Romboli, direttore della Sanità Animale ed Igiene degli Allevamenti dell’Ausl Romagna, ambito di Forlì - Quindi non dobbiamo avere particolare timore che possano essere veicoli di contagio. Anzi, tutt'al più possiamo essere noi a contagiarli, ma, come si vede, i casi sono rarissimi e, soprattutto, non presentano un'importante sintomatologia. La  mia famiglia, per esempio, ha preso il covid a novembre. Eravamo tutti positivi mentre il nostro cagnetto stava benissimo".

Dai dati raccolti e dalle evidenze nel territorio forlivese comunque appare che non si siano verificate situazioni di abbandono dovute a timori relativi a un'eventuale contagiosità. "La gente era più impaurita durante la prima ondata - spiega il dottor Romboli - perché, non conoscendo il tipo di malattia, non sapeva come gestire i propri animali domestici. Ora riceviamo poche domande o richieste di chiarimenti in merito al Covid e, almeno attualmente, non siamo nemmeno a conoscenza di situazioni particolari o critiche".

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