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Cultura

Seconda puntata di “Alla Luce della Speranza”, lettura degli scritti di Annalena Tonelli a 20 anni dalla barbara uccisione

Sarà visibile da domenica sera, sulla pagina Facebook e sul canale Youtube collegati al sito ‘AnnalenaTonelli.it’, il secondo ciclo di letture degli scritti della missionaria forlivese, trucidata in Somalia il 5 ottobre 2003

Sarà visibile dalle 20 di domenica, al link https://www.youtube.com/watch?v=LECRU6TXVlo, il secondo ciclo di letture degli scritti di Annalena Tonelli. Avviata il 2 aprile scorso sulla pagina Facebook e sul canale Youtube collegati al sito ‘AnnalenaTonelli.it’, l’iniziativa “Alla luce della speranza” è promossa da Comitato per la lotta contro la fame nel mondo, Centro per la Pace Forlì, Centro missionario diocesano e Compagna quelli della Via, che intendono così ricordare la volontaria forlivese, barbaramente uccisa il 5 ottobre 2003 a Borama, in Somaliland. Nella prima tornata di letture, che rimarrà disponibile su youtube accanto ai nuovi episodi, è stato affrontato il 1969, l’anno in cui la Tonelli arriva in Kenya”.

Il 1° dicembre 2001, durante un convegno sul volontariato svolto presso l’Aula Nervi in Vaticano, la missionaria raccontò così della sua vita: “Scelsi di essere per gli altri, i poveri, i sofferenti, gli abbandonati, i non amati, che ero bambina e così sono stata e confido di continuare fino alla fine della mia vita. Volevo seguire solo Gesù Cristo. Null’altro mi interessava così fortemente: Lui e i poveri in Lui. Per Lui feci una scelta di povertà radicale […] I piccoli, i senza voce, quelli che non contano nulla agli occhi del mondo, ma tanto agli occhi di Dio, hanno bisogno di noi e noi dobbiamo essere con loro e per loro”. Anche il secondo ciclo di letture tocca il 1969. “Fu un primo anno intenso - comunica Andrea Saletti, nipote della volontaria - di ricerca all’interno del Kenya, che la porterà presto ad aver chiaro che il suo solco è quello del deserto e del servizio agli ultimi”. Una di queste missive, indirizzata al Comitato per la lotta contro la fame nel mondo, verrà letta da Davide Rosetti, attuale presidente dell’organizzazione di volontariato che la stessa Annalena contribuì a fondare nel 1963.

Nel testo, la forlivese tratteggia la tensione spirituale dell’associazione, declinandone la finalità attuale e quella futura: “Il Comitato è un mezzo per imparare ad amare di più”. Le letture di questo capitolo si concludono con quella che sarà l’aspirazione di tutta la sua vita: “Voglio essere - scrive - una porta aperta sulla Speranza”. E’ il 24 novembre 1969. I lettori della seconda serata sono, in ordine di apparizione: Lucia Brandinelli, Davide Rosetti, Caterina Foglieri, Lorenzo Amadori e Caterina Gallegati. Nel prosieguo del 2023, altri lettori si uniranno a Saletti, a Quelli della Via e agli altri promotori dell’evento, nell'interpretare gli scritti della Tonelli e cercare di sviscerarne la molteplicità di tematiche sempre attuali, quali fede e pace, il dialogo, il modo di interpretare la missione, la cooperazione e il servizio. Non potrà certo mancare la “care”, l’attenzione per quelli che lei definiva i “brandelli di umanità ferita”, fino alla sua lotta non violenta contro tutto ciò che tiene al buio il cuore degli uomini. La prossima tornata di letture, sempre a cadenza quindicinale e a partire dalle 20 (Annalena scriveva spesso di notte, alla luce di una lampada ad olio o direttamente sotto quella della luna), è in programma il 1° maggio.

Nata a Forlì nel 1943, Annalena Tonelli iniziò da giovanissima e a dedicarsi ai poveri della sua città, in particolare ai bambini e alle famiglie del famigerato “Casermone” di via Romanello: “Per quella bidonville della mia città natale – scriverà lei stessa - io persi la testa impazzendo d’amore per prostitute, ladri, manutengoli, usurai, bambini non amati, handicappati fisici, tenuti nascosti, disoccupati, “barboni” non per vocazione; quella bidonville bruciava in un incendio d'amore il mio cuore”. Dopo essersi laureata in giurisprudenza, nel 1969 parte per Wajir, in Kenya, sua prima destinazione africana, al confine con la Somalia. Lì in poco tempo attiva un centro di riabilitazione e cura, il “Rehabilitation Centre for the Disabled”, che crescerà negli anni includendo malati terminali, disabili e tubercolotici. Nel 1987 inizia la sua azione in Somalia, dove sarà presente in fasi diverse fino al suo assassinio, nel 2003, conducendo importanti programmi a favore delle donne, contro l'infibulazione, la cura della cecità e della tubercolosi.

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