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Cronaca Bussecchio / Via Cerchia

Anziani, inaugurata la nuova casa di accoglienza "Don Amedeo Pasini"

Lunedì è stato il giorno dell’apertura della “Casa d’Accoglienza residenziale Don Amedeo Pasini”, in Via Cerchia. Questa nuova realtà nasce dal desiderio della Cooperativa Sociale Paolo Babini di progettare forme innovative e familiari di accoglienza e cura della persona anziana

Lunedì è stato il giorno dell’apertura della “Casa d’Accoglienza residenziale Don Amedeo Pasini”, in Via Cerchia. Questa nuova realtà nasce dal desiderio della Cooperativa Sociale Paolo Babini di progettare forme innovative e familiari di accoglienza e cura della persona anziana. La struttura è ricavata in un casolare romagnolo con corte e terra agricola che riporta la memoria alla cultura contadina, dove i valori dell’ umiltà, della fiducia, della libertà, e del rispetto dell’anziano diventano “bussola” per la creazione di questa nuova realtà, una realtà familiare residenziale, a carattere anche diurno, destinata a 6 anziani autosufficienti e parzialmente autosufficienti e con 2 ‘posti di sollievo’.
 
All’interno della Casa vivono una famiglia accogliente e un volontario residenziale che nelle ore diurne è anche operatore del centro e che costituiscono i riferimenti affettivi e relazionali delle persone accolte, al di là del servizio professionale che viene offerto all’interno della struttura. La Casa d’Accoglienza si caratterizza quindi per la contemporanea coesistenza dei caratteri della famiglia e di quelli della comunità, e per offrire agli anziani accolti la possibilità di un ambiente di vita affettivamente personalizzato.
 
"La Casa d’Accoglienza Residenziale don Amedeo Pasini - si legge in una nota del Consorzio Solidarietà Sociale Forlì-Cesena - sarà in stretto collegamento con il centro diurno di Via Pistocchi, denominato “Casa d’Accoglienza San Paolo” col quale avvierà nuovi progetti per le persone anziane e i loro familiari.  Una casa contadina nel cuore di Forlì intitolata a Don Amedeo Pasini, lui stesso figlio di contadini, testimone di una vita dedicata con amore ed entusiasmo agli ‘ultimi’, in modo particolare ai disabili, ma con un’attenzione grande verso tutte le persone fragili. Dedicare a lui questa realtà è un modo per avere sempre vivo il suo ricordo e far si che il suo insegnamento di accoglienza diventi uno stile di vita all’interno della Casa: “dove sono loro, siamo anche noi”.
 

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