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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Predappio

Anziani e disabili legati a letti e termosifoni alla casa di riposo? "Mancava il personale"

Anziani che venivano legati a letti, sedie, poltrone e termosifoni con cinghie di contenzione anche quando erano tranquilli e non davano in escandescenze

Il blitz

Le microcamere della Polizia hanno documentato tali azioni almeno nei confronti di 5-6 ospiti ed anche al momento del blitz di martedì mattina alle 6.30 un anziano si trovava già contenuto con una fascia che lo bloccava all'addome. I poliziotti hanno fatto irruzione in quell'orario appositamente per il cambio turno. La notte, spiegano dalla Squadra Mobile, era stata coperta solo da due addetti, impiegati nell'accudimento di una trentina di ospiti malati gravi dislocati su due piani. E altri due sono quelli entrati in servizio per il turno mattutino.

La casa di cura in questione rappresenta una delle 13 sedi presenti in Italia della “Fondazione Opera San Camillo” nata nel 2008 per la cura dei pazienti anziani e disabili. L’attività d’indagine, condotta dai poliziotti del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato con gli agenti della Squadra Mobile forlivese, ha permesso di accertare come gli anziani pazienti fossero sistematicamente sottoposti a pratiche ritenute illegali di contenimento, come l’essere legati per ore dai polsi, dalle caviglie o dall’addome a supporti, tipo letti, sedie, termosifoni e divani, che impediva loro di potersi muovere liberamente o di andare in bagno. 

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Il contenimento abusivo

L'indagine ipotizza che gli indagati avessero optato per delle forme abusive di contenimento appunto per sopperire alla carenza di personale specializzato ed adibito all’assistenza socio-sanitaria. Durante l’attività esecutiva dei provvedimenti sono state sequestrate numerose cartelle cliniche, sono stati perquisiti tutti i locali della struttura e sentite numerose persone informate sui fatti così da circostanziare le modalità delle pratiche illegali utilizzate. La contenzione era stata esplicitamente autorizzata dai famigliari degli anziani, come previsto per legge, e risulterebbero anche le autorizzazioni mediche per applicare lacci e fasce (quest'ultimo aspetto documentale è ora oggetto di approfondimento da parte degli inquirenti). Eppure le immagini registrate dalla Polizia sembrano indicare tutt'altro: l'applicazione delle fasce non avveniva, come permesso dalla normativa, durante fasi di esplosioni di rabbia e pericolo per l'operatore sanitario, ma solo per l'assenza di persone adibite all'assistenza. “Si immagini quale trauma psicologico possa comportare ritrovarsi così ristretti nei movimenti anche in una situazione vigile, pur nella malattia mentale”, commenta Paternoster.

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