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Cronaca

Si spara ad una mano, nel suo podere spunta un arsenale

Da imprenditore edile a campagnolo produttore di vino. Con il pallino delle armi. Una passione quasi ossessiva che l'ha portato domenica sera prima a ferirsi la mano sinistra e poi in carcere

Da imprenditore edile a campagnolo produttore di vino. Con il pallino delle armi. Una passione quasi ossessiva che l'ha portato domenica sera prima a ferirsi la mano sinistra e poi in carcere. In manette è finito un 49enne originario dello Zimbabwe, con passaporto britannico, dal 2006 domiciliato nella periferia di Forlì. E' stato un incidente con una "Magnum 357", illegalmente detenuta, a spalancargli le porte della Rocca, non prima di esser stato operato.

L'arsenale sequestrato dalla Squadra Mobile

Secondo quanto ricostruito dagli agenti della Squadra Mobile di Forlì, diretti dal dirigente Claudio Cagnini, l'uomo si trovava comodamente seduto sul divano della sua lussuosa abitazione, quando nel riporre l'arma nella fondina ha accidentalmente sfiorato il grilletto. E' partito un colpo che l'ha trafitto sulla mano sinistra. Autonomamente si è recato al pronto soccorso di Faenza, dove è stato sottoposto ad un intervento chirurgico. Ne avrà per una ventina di giorni.

Contemporaneamente è stato ascoltato dagli agenti della Volante del Commissariato di Polizia manfredo e di Forlì. Il 49enne ha spiegato di esser ferito da solo, non aggiungendo altri dettagli. Nella sua auto c'erano un coltello, una pistola replica scacciacani e bossoli calibro 7,65. A quel punto gli uomini della Squadra Mobile e della Scientifica hanno deciso di passare al setaccio il podere, in via Framonta.

L'operazione ha impressionato gli agenti, che si sono trovati di fronte un vero e proprio arsenale ed un rudimentale spazio destinato a poligono fatto da balle da fieno. Da ogni angolo del casolare sono spuntate pistole, fucili, fondine di ogni genere, polvere da sparo, oltre mille munizioni, coltelli, pugnali, maceti, ma anche riviste specializzate.

Un autentico fanatico per le armi da fuoco: l'imprenditore custodiva infatti tre armi clandestine (una "Glock con caricatore 9*21, una Beretta 7,65 ed un fucile calibro 12), ma anche due armi corte, verosimilmente di provenienza illecita, oltre ad otto pistole scacciacani prive di tappo rosso, e armi storiche opportunatamente modificate, una delle quali equipaggiata anche di binocolo. Una pistola era nascosta tra le pentole, mentre in un vaso posto all'ingresso c'erano tre coltelli ed un'altra arma da fuoco. 

Agli investigatori ha affermato di averle trovate in un rivale del fiume. L'inchiesta è coordinata dal pm Marco Forte e dal procuratore capo Sergio Sottani, che ha disposto accertamenti balisti per chiarirne l'uso, ma anche di scavare a fondo sulla vita del 49enne. Ha un passato di legale rappresentante di imprese edili e inserite nel settore della ceramica, tra Faenza e Vignola (Modena). Nel 2006 aveva acquistato e ristrutturato una villa, con tanto di piscina ed un'ampia pertinenza per capre e cavalli.

Il 49enne, che non ha precedenti alle spalle, dovrà rispondere delle accuse di detenzione di armi clandestine, detenzione di armi comuni da sparo detenute illegalmente, detenzione di armi bianche, detenzione abusiva e illegale di munizionamento, omessa custodia e ricettazione. Un'autentica passione per la caccia britannica, come testimoniato anche da alcune corrispondenze con aziende che producono armi antiche, che l'ha portato in carcere.

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