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Cronaca

Sfrecciano nel cuore della notte, scatta l'inseguimento: sotto il cambio dell'auto spunta la cocaina

Due soggetti sono stati tratti in arresto per detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti e porto illegale di strumenti atti ad offendere

Quell'auto che sfrecciava ad alta velocità nel buio delle tenebre, qualche segreto da nascondere. Gli agenti della Volante dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Polizia di Stato di Forlì, diretti dal dirigente Stefano Santandrea, sono stati protagonisti di un inseguimento nel cuore della nottata tra domenica e lunedì. Erano circa le 3 quando la Volante ha intercettato una "Opel Insigna" bianca percorrere a velocità sostenuta la via Zangheri.

Pressata dalla "pantera", l'auto fuggiasca si è improvvisamente fermata, dopo aver percorso anche una parte del tragitto a fari spenti per cercare di eludere il controllo. Alla guida vi era un 28enne romeno, domiciliato a Meldola. Al momento dell'identificazione il conducente appariva sotto l'effetto di alcolici, motivo per il quale è stato richiesto l’intervento di una pattuglia dotata di alcoltest. Il giovane ha iniziato a inveire rifiutandosi di sottoporsi all’esame (gli è stata ritirata la patente con la contestazione della conseguente violazione al codice della strada).

Successivamente, uno degli agenti, nel controllare le dotazioni di bordo, si è accorto della presenza di una mazza in legno e alcune fascette da elettricista, quest'ultime non possedute per motivi professionali. Pertanto vi era il sospetto che potessero anche servire per l’immobilizzazione delle persone. Infatti, una rapida verifica nelle banche dati delle forze di Polizia ha fatto emergere che il conducente e il passeggero, un 28enne albanese, erano gravati da precedenti, sia per pregresse aggressioni, sia per traffico di stupefacenti.

Tra l’altro, l’albanese è risultato clandestino con inibizione all’ingresso nel territorio europeo a causa di pregressa espulsione dalla Francia per reati inerenti gli stupefacenti. La perquisizione in Questura dell'auto ha permesso di recuperare 32 grammi di cocaina suddivisi in 20 dosi, di cui 18 già pronte per lo smercio e 2 di maggiori dimensioni ancora da frammentare, svariati ritagli di cellophane a forma circolare da usare per la preparazione delle dosi, un bilancino di precisione, un coltello da cucina. Il tutto era nascosto in un anfratto sotto il tunnel del cambio, ed è stato ritrovato smontando i componenti in plastica che lo avvolgono.

Nella loro abitazione, situata a Meldola, è stata eseguita una perquisizione domiciliare, insieme al personale della Squadra Mobile, che ha portato al sequestro di una carabina, della tipologia da libera vendita, ma sospetta di manomissione per aumentarne la potenza di sparo, quindi in questo caso da considerare alla pari di un’arma comune. Infine, il riscontro dattiloscopico a carico dell’albanese ha permesso di verificare che in occasione del controllo aveva fonrito un nome diverso da quello conosciuto in Italia e certificato da recenti atti di indagine in materia di immigrazione e stupefacenti, quando era stato identificato con altre generalità attraverso il valido passaporto albanese.

I due stranieri stati tratti in arresto per detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti e porto illegale di strumenti atti ad offendere. L’albanese è stato inoltre denunciato per falsa dichiarazione sulla propria identità personale, mentre il rumeno anche per detenzione illegale di arma comune da sparo e rifiuto di accertamento dello stato di ebbrezza alcolica. Lunedì mattina il giudice Marco De Leva ha convalidato l'arresto (sostituto procuratore Federica Messina), applicando la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di residenza, in attesa del processo che è stato rinviato al 6 settembre.

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