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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

"Paga e tuo figlio torna in libertà", così truffava gli anziani: arrestato

Il lavoro degli uomini dell'Arma ha permesso di accertare che altre simili truffe erano state commesse il 23 luglio a Faenza e il 22 ottobre a Martina Franca

Centinaia e centinaia di telefonate per 'acchiappare' la preda. Una volta agganciata, con la complicità di un telefonista, metteva in atto la truffa del risarcimento dopo l'incidente. A Forlì sono due le persone che sono cadute nel tranello teso da un napoletano di 53 anni, arrestato dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Corso Mazzini, con la collaborazione degli agenti della Questura di Ascoli Piceno, in esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare in carcere firmato dal gip del tribunale della città mercuriale.

LA PRIMA TRUFFA - La prima truffa a Forlì è stata commessa il 22 luglio scorso ai danni di una 67enne. Quest'ultima era stata contattata al telefono fisso da un sedicente avvocato Rossi, il quale le aveva comunicato che il figlio aveva provocato un incidente e che si trovavano assieme in una caserma dei Carabinieri. Quindi le era stato riferito che in cambio di una somma di denaro il familiare sarebbe tornato in libertà. Nell'abitazione della malcapitata si è presentato in borghese il sedicente 'maresciallo Molinari'. Il piano del 53enne è andato a segno: accompagnata prima in un ufficio postale e successivamente in più sportelli bancomat, è riuscito ad intascare la somma di 4400 euro.

Arrestato truffatore (foto di Alessandra Salieri)

LA SECONDA TRUFFA - La seconda truffa nella città mercuriale è andata a segno il 22 settembre con lo stesso copione. Vittima questa volta una 85enne. Questa volta il 53enne ha indossato i panni del 'maresciallo Mancini', intascando preziosi per 8mila euro e 3mila euro in contanti. Non contento il truffatore si era fatto consegnare anche la carta bancomat con tanto di pin perchè "la somma non era sufficiente per risolvere i danni causati dal figlio nell'incidente". L'anziana si è così recata in banca per effettuare un prelievo: l'impiegata, ascoltando il racconto della donna, l'ha messa in guardia del tentativo di truffa in atto. Il bancomat è stato così bloccato, consentendo al malvivente di prendere dallo sportello automatico solo 250 euro.

LE INDAGINI - Il lavoro degli uomini dell'Arma ha permesso di accertare che altre simili truffe erano state commesse il 23 luglio a Faenza e il 22 ottobre a Martina Franca. I militari hanno esaminato le immagini di videosorveglianza degli sportelli bancomat, riuscendo così a focalizzare il volto del truffatore. Quest'ultimo, identificato con le foto segnaletiche, è stato riconosciuto dalle vittime. Ma ulteriori prove della presenza del 53enne a Forlì sono arrivate dagli accertamenti tecnici e da un pernottamento in zona. Gli elementi hano permesso di ottenere un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per truffa aggravata in concorso ed utilizzo indebito di carta di credito.

LA FUGA - La cattura è stata tutt'altro che semplice. Il 29 dicembre i Carabinieri di Forlì si sono presentati a Napoli per l'arresto, ma il malvivente era già scappato dalla propria abitazione, senza più tornare. Il 17 febbraio ha evitato l'arresto dopo esser rimasto coinvolto in un incidente stradale a Fano. Nonostante fosse stato compilata la constatazione amichevole, la controparte aveva richiesto l'intervento dei Carabinieri. A quel punto il 53enne si è dato alla fuga.

L'ARRESTO - Il fermo è scattato nella tarda mattinata di mercoledì, dopo aver truffato un anziano di oltre 90 anni nella zona di Ascoli Piceno. Gli agenti della Squadra Mobile l'hanno bloccato mentre si trovava al volante di una "Giulietta" presa a noleggio a Napoli. Nell'abitacolo è stata trovata una scatola per caramello, dove erano stati riposti i gioielli d'oro della vittima. La vittima ha spiegato che poco prima di esser stato derubato era stato contattato al telefono fisso da un sedicente avvocato Rossi di San Benedetto, il quale gli aveva comunicato che gli figlio aveva causato un grave incidente. Affinchè fosse rimesso in libertà avrebbe dovuto pagare 5mila euro. In casa si è presentato poi il 53enne, il quale, fingendosi maresciallo dell'Arma, è riuscito a farsi consegnare 400 euro in contanti e monili in oro.

Al momento dell'identificazione il truffatore è stato trovato con un documento intestato ad un salernitano, con applicata la sua foto. Le indagini non sono concluse: gli inquirenti vogliono chiarire se il napoletno ha commesso altre simili truffe. Il maggiore Gianluigi Di Pilato è stato chiaro: "Le forze dell'ordine non chiedono soldi. Quando vi sono queste richieste è meglio presentarsi al comando e sporgere denuncia".

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