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Cronaca Bertinoro

L'associazione Emmanuel compie 20 anni

Dal 14 al 15 settembre a Bertinoro, festa per i 20 anni dell'Associazione Emmanuel. Impersonificata dalle volontarie Alda e Diletta, si occupa sin dalla fondazione della prima accoglienza di minori disagiati

Sarà “Il Bambino che verrà”, spettacolo teatrale della Compagnia degli Avanzi, in programma venerdì 14 settembre, alle 20.30, al Teatro “Novelli” di Bertinoro, ad avviare le celebrazioni per i vent'anni dell'Associazione Emmanuel, l'onlus di Dorgagnano di Bertinoro dedita all'accoglienza dei minori disagiati. La giornata di sabato sarà dominata dal convegno “Luoghi in esodo, luoghi per vivere”, organizzato presso il Ceub - Centro Residenziale Universitario, con l'intervento di operatori ed esperti.

Si segnalano gli psicanalisti Raffaele Dionigi e Carla Cicognani e il pedagogo e docente universitario Andrea Canevaro. Nel pomeriggio sono previsti laboratori a tema, con conclusioni affidate allo stesso Canevaro. I relatori della mattina saranno intercalati da “Se parli c'è luce”, narrazioni, storie e racconti con voce narrante di Denio Derni e accompagnamento musicale dei maestri della Scuola “Alighieri” di Bertinoro. Nella due giorni dedicata al ventennale di “Emmanuel”, è prevista anche la mostra fotografica “Il segno si fa memoria”, con immagini e creazioni grafiche in grado di “condurre i visitatori attraverso pezzetti di storie, i cui protagonisti sono tessitori e autori”. L'onlus “Associazione Emmanuel”, regolarmente iscritta all'Albo Regionale del Volontariato, nasce formalmente il 10 giugno 1993, prendendo dimora presso la canonica riattata della chiesa parrocchiale di Dorgagnano di Bertinoro.

L'Associazione opera tramite la Comunità Emmanuel, impersonificata dalle fondatrici Alda Florencig e Diletta Ravaioli. Le due donne vivono nella casa d'accoglienza insieme ai loro ospiti e hanno la responsabilità congiunta della gestione. Sono entrambe volontarie per precisa scelta di vita: Alda a tempo pieno, mentre Diletta deve fare i conti con il lavoro di insegnante nella Scuola Statale. Nell'anno 2002 è stata inaugurata la seconda casa adiacente la canonica: dotata di due mini-appartamenti e due ampi saloni, può ospitare madri in difficoltà e gruppi di studio. Gli ospiti attuali sono sei, tutti minori. L'Associazione si regge esclusivamente sulle quote sociali e sulle rette dei servizi di assistenza comunali.

“Sin dalla costituzione - racconta la volontaria - abbiamo pensato di orientarci sulla prima accoglienza di minori abbandonati, fungendo anche da 'casa protetta'. Sono creature che hanno subito maltrattamenti psicofisici e abusi. Il nostro obiettivo è far riacquistare fiducia in se stessi e nella vita, mediante terapie adeguate, ascolto e aiuto di tipo residenziale”. In qualche caso i minori vengono accolti insieme alle madri. Molto spesso, ad aprire una falla è la perdita del lavoro da parte dei genitori: “In accordo con l'ente pubblico e altre realtà di privato sociale che si occupano di disagio minorile - continua la volontaria - cerchiamo di restituire loro un livello di autonomia tale da consentire il reinserimento in famiglia o nella società”. Alda e Diletta si adoperano anche per il reinserimento sociale di intere famiglie, sia italiane che straniere, cadute in difficoltà a causa della crisi economica. “Cerchiamo di procurare loro un lavoro, una casa e l'eventuale alfabetizzazione per avere pari dignità”.

A Casa Emmanuel vengono svolte anche attività culturali, atte a promuovere la sensibilizzazione sui diritti inviolabili dell'uomo: lo scopo è rendere effettivo il principio di uguaglianza. Da circa un anno ci si avvale della collaborazione di due educatori professionali, visto il numero degli ospiti e la complessità dei casi. Emmanuel collabora con altre associazioni, movimenti, cooperative di solidarietà sociale, enti privati e pubblici, anche in regime di convenzione. Uno dei programmi più singolari dell'Associazione è il recupero dell'individuo tramite il contatto diretto con la natura. Si insegna a coltivare la terra ad orto e a frutteto ed è stato persino impiantato un uliveto.

“Un giorno di febbraio - ricorda Diletta - arrivò un camion da Pescia: l'autista disse che doveva consegnare 250 ulivi. Noi eravamo ben sicure di non aver ordinato nulla, ed altrettanto certe di non poter pagare. L'uomo disse che voleva solo una firma sulla bolla, perché il tutto era già stato pagato! Da tre anni siamo piccolissimi produttori di olio”.

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