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Cronaca

9 ore di attesa senza visita medica, l'Ausl: "Il Terzo Mondo non abita al Pronto Soccorso di Forlì"

Da parte sua la direzione sanitaria dell'Ausl risponde sul caso lamentato dal cittadino, fornendo i dettagli

“Il Terzo Mondo non abita al Pronto Soccorso di Forlì. E rispetto a chi afferma che la nostra sanità è da Terzo Mondo, ma come si fa a chiedere buon senso a chi ragiona a senso unico?”: è il commento con cui la Direzione Generale dell'Ausl Romagna liquida la presa di posizione del Movimento 5 Stelle sulla protesta, sollevata da una lettrice di ForlìToday, sui tempi di attesa estenuanti al pronto soccorso del Morgagni-Pierantoni. Il caso riguarda un uomo di circa trent'anni che ha fatto accesso alle 15 di lunedì, per una serie di traumi non gravi a seguito di una caduta dalle scale, per poi lasciare l'ospedale alle 24 senza aver visto ancora un medico e un esame. Nove ore di attesa, dolorante e su una sedia nella sala d'aspetto, per poi doversi rivolgere ad una struttura privata il giorno successivo.

La risposta alla protesta del paziente

Da parte sua la direzione sanitaria dell'Ausl risponde sul caso lamentato dal cittadino. E scrive: “Il paziente si è rivolto, in data 3 settembre, alle ore 15,48, al Pronto Soccorso di Forlì con mezzi propri, riferendo dolori diffusi e algie da trauma, occorso nel corso della notte precedente. All’accettazione e alla valutazione dell’infermiere di triage, appositamente addestrato a tale ruolo, non è stato rilevato nessun segno esterno di trauma e il codice di priorità attribuito alla visita è stato quello verde, cioè un'urgenza differibile, a bassa priorità. Dopo meno di un'ora,  il paziente è stato rivalutato dall'infermiere di triage e, su indicazione medica, gli sono stati somministrati  antidolorifici. Dopo alcune ore, come previsto dai protocolli, è stata eseguita una seconda valutazione, a cui è seguita una ulteriore somministrazione degli antidolorifici. Alle ore 23:46, il paziente dichiarava una lieve risoluzione del dolore e, pochi minuti dopo, rinunciava alla visita di Pronto Soccorso, autodimettendosi. Il paziente ha effettivamente atteso la visita del medico ma, durante l'attesa, è stato costantemente controllato dal personale del triage, che ha applicato i protocolli terapeutici per casi simili. La condizione del paziente, infatti, non è mai stata sottovalutata, o trascurata e, superando le logiche di priorità, che ne ritardavano l'accesso all'ambulatorio medico, si è comunque provveduto a trattare la problematica che lo aveva condotto al Pronto Soccorso, ovvero il dolore e le contusioni”.

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L'Ausl: un "codice verde" aspetta meno di due ore

D'altra parte, nella sua segnalazione, la lettrice, madre del paziente, non ha mai lamentato di essere stata sottovalutata dal personale presente, ma anzi ne ha lodato la capacità di sostenere in modo professionale la grande mole di affluenza di malati. Non è stato neanche contestato il principio della priorità. Questi i dati generali forniti dall'Ausl: nei primi 6 mesi  del 2018 del Pronto Soccorso di Forlì, il tempo medio di attesa risulta essere stato per i codici gialli circa 37 minuti, per i codici verdi circa 107 minuti e per i codici bianchi circa 112 minuti.

L'Ausl spiega inoltre che “nella giornata di lunedì 3 settembre sono afferiti, al Pronto Soccorso di Forlì, 136 pazienti, di cui 8 codici rossi, 25 codici gialli, 89 codici verdi e 14 codici bianchi. La particolare concentrazione di casi a maggiore priorità, rispetto a quella attribuita al paziente in oggetto, ha impedito di sottoporlo ad una visita medica in tempi più rapidi rispetto al momento della autodimissione. Pur risultando il numero di accessi in linea con i dati medi di attività della struttura, va evidenziato che, nella fascia oraria dalle 15 alle 24  del 3 settembre, sono afferiti circa il 50% dei casi (65/136 casi) dell’intera giornata. In dettaglio, 4 su 8 dei codici rossi, 14 su 25 dei codici gialli, 43 su 89 dei codici verdi e 4 su 14 dei codici bianchi; 13  su 30 ricoveri”.

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Ma è il sistema a monte del Pronto Soccorso a non funzionare

Resta però il fatto che, in molte situazioni come questa (per esempio un trauma accidentale in casa con ferite ed escoriazioni varie, nessuna delle quali gravi) il sistema a monte del pronto soccorso - nuclei di cure primarie e guardia medica - non sono in grado di dare alcuna risposta utile se non invitare il paziente a recarsi al pronto soccorso, anche perché non hanno a disposizione la strumentazione adeguata (per vedere, per esempio se ci possono essere anche lievi fratture). Questi una volta giunto nel reparto delle emergenze si trova nell'ingorgo del “codice verde” e, pur sotto la sorveglianza dell'infermiere, è costretto a passare le prime ore successive al trauma in una situazione per niente confortevole e riabilitativa, con l'aggravio di trovarsi in attesa spesso nel momento dell'apice del dolore. Una situazione che può portare incautamente anche alla rinuncia della visita medica. Forse a questo si dovrebbe dare risposta.

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