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Cronaca

Chirurgia ginecologica, l'Ausl su Rai 3 per illustrare le tecniche mini-invasive

Tecniche mini-invasive in chirurgia ginecologica al centro del servizio curato dall’Ausl di Forlì nell’ambito dei programmi dell’accesso di Rai3 Emilia-Romagna

Tecniche mini-invasive in chirurgia ginecologica al centro del servizio curato dall’Ausl di Forlì nell’ambito dei programmi dell’accesso di Rai3 Emilia-Romagna. Martedì, fra le 10.10 e le 10.40, andrà, infatti, in onda l’intervista al dottor Celestino Claudio Bertellini, direttore dell’U.O. di Ginecologia-Ostetricia, che illustrerà l’impegno della sua unità per offrire alle pazienti interventi sempre meno traumatici e invasivi.

Tali spazi informativi, gratuiti e autogestiti, in base a quanto disposto dal Corecom - organismo regionale che assomma le funzioni delegate dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom), e i compiti amministrativi per conto del Ministero delle Comunicazioni, in linea col regolamento approvato con delibera 15/02/2006 -, hanno proprio il compito di coinvolgere il più possibile i cittadini nel processo di comunicazione dei percorsi sanitari, per renderli maggiormente coscienti di essere titolari del diritto ad essere informati sull’attività che la pubblica amministrazione pone in essere nell’esercizio delle sue attribuzioni.

Nell’intervista il dott. Bertellini si soffermerà soprattutto su laparoscopia e isteroscopia, sia diagnostiche sia operative, dirette, entrambe a consentire un approccio di minor impatto per le pazienti, in quanto permettono una visione diretta degli organi interni senza necessità di effettuare particolari aperture.

«La laparoscopia permette di operare a fini chirurgici o diagnostici all’interno dell’addome grazie a un tubo rigido e sottile dotato di fibre ottiche e collegato a speciali telecamere – illustra il dott. Bertellini – tale tubo viene introdotto mediante una piccola incisione in prossimità dell’ombelico. Sempre praticando piccole incisioni è possibile inserire anche apposite pinze, che il chirurgo manovra guardando i monitor in cui vengono proiettate le immagini provenienti dall’interno dell’addome».

La laparoscopia è consigliata come procedura diagnostica per capire se il dolore pelvico riferito dalla donna è conseguente a endometriosi, malattia infiammatoria pelvica, gravidanza extrauterina; inoltre, aiuta a individuare eventuali problemi d’infertilità. Come tecnica chirurgica, è prevista in molte patologie quali endometriosi, gravidanza extrauterina, cisti ovariche, fibromi uterini, aderenze pelviche, incontinenza urinaria, e tumori utero-ovarici.

L’isteroscopia consiste, invece, nell’osservazione diretta dell’interno della cavità uterina mediante l’inserimento, per via vaginale, di uno strumento, detto isteroscopio, dotato di fibre ottiche e sul quale possono essere applicate anche telecamere ad hoc, collegate a video esterni. «Tale tecnica può essere utilizzata a fini diagnostici, consentendo di individuare alterazioni e patologie che sfuggono alla normale visita ginecologica o all’ecografica, ma anche operativi – illustra il dott. Bertellini – in particolare per l’asportazione di polipi endometriali e di fibromi intra-cavitari; inoltre permette di correggere eventuali malformazioni uterine e di eseguire biopsie mirate per l’identificazione di eventuali neoplasie. Il principale vantaggio è che, non occorrendo l’apertura né dell’addome né dell’utero, si riduce il trauma su quest’ultimo e non resta nessun genere di cicatrice. Infine, va sottolineato che l’isteroscopia operativa viene eseguita nella maggior parte dei casi con ricovero giornaliero».

Nell’ambito delle tecniche mini-invasive, la nuova frontiera è rappresentata dal robot chirurgico. «La nostra Ginecologia sarà la prima, in tutta l’Emilia-Romagna, a utilizzare il robot – rivela il dott. Bertellini – grazie a una generosa donazione della Fondazione Cassa dei Risparmi, infatti, l’ospedale “Moragni-Pierantoni” di Forlì dispone di un modello Da Vinci di ultima generazione».

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