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Cronaca

Ausl Unica, i Verdi: "Giusto avere dei dati economici certi"

"La sanità, in mano alla politica regionale che decide sui vertici delle aziende, che rispondono al partito che comanda, soffre a causa di politiche lontane dai bisogni dei cittadini , più attente a soddisfare equilibri interni, logiche di puro potere, carriere"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ForlìToday

Se c’è una cosa che ci preoccupa è vedere il PD della Regione, quello del “tortello magico” per capirci, quello che ha accompagnato Bersani alla catastrofe con i propri suggerimenti e indicazioni, mettersi a proporre riorganizzazioni di enti e servizi : tutte le volte infatti che lo hanno fatto ci hanno rimesso i cittadini con vantaggi per pochi, beneficiati da guadagni, prebende, posti, carriere. E’ stato così con Hera , ci pare che sia così con il centro unico degli esami a Pievesestina, sarà così con l’AUSL unica romagnola, di cui già si intravedono obiettivi più di carattere immobiliare, speculativo e clientelare che di qualità dei servizi da rendere alla cittadinanza.

La sanità, in mano alla politica regionale che decide sui vertici delle aziende, che rispondono al partito che comanda, soffre a causa di politiche lontane dai bisogni dei cittadini , più attente a soddisfare equilibri interni, logiche di puro potere, carriere. In questi giorni il sindaco Balzani e gli altri sindaci del forlivese hanno preso una posizione importante, chiedendo chiarezza, approfondimenti, qualcosa di più di poche paginette neppure firmate, senza uno straccio di valutazione tecnica e specialistica, chiedendo un progetto razionale e economicamente fondato, evidentemente preoccupati dal dirigismo regionale e da talune scelte che anticipano addirittura soluzioni possibili solo dopo l’approvazione di una legge.

mmediatamente lo stuolo dei politici PD della corrente del “tortello magico” , a cominciare dai Presidenti delle 4 Province ( che devono trovare una sistemazione visto la fine che farà il loro ente ) e dai segretari di Federazione, hanno fatto quadrato attorno alle scelte regionali, con la stessa logica che li ha mossi in tutti questi anni e cioè la fedeltà cieca alle decisioni prese in altra sede, senza porsi domande , totalmente silenti e conniventi.

Non hanno ancora capito costoro che non possono più continuare con questi metodi, che i cittadini vogliono vederci chiaro, che non sono intenzionati più a delegare a poche persone di fare e disfare tutto quello che vogliono, soprattutto quando le questioni riguardano fatti importanti come la sanità e i sevizi ad essa connessi, soprattutto dopo i guasti e disservizi che una sua gestione politicista ha provocato, vedi il buco di bilancio verificatosi poco tempo fa per responsabilità di personaggi di nomina politica. Dovrebbero chiarire prima di tutto che obiettivi ha l’Area vasta e cioè azienda unica della Romagna, a cosa serve.

Dovrebbero chiarire, se l’accorpamento è tanto vantaggioso, perché non viene fatto niente di simile in Emilia, parte della Regione nella quale generalmente i “grandi” progetti partono generalmente molto tempo prima. Dovrebbero spiegare il perché della già avvenuta designazione del Direttore generale dell’Area Vasta in un personaggio molto vicino ad Errani, che, provenendo da Ravenna, sembra essere stato inviato a Bologna proprio per orchestrare la costituzione dell’ assemblaggio delle Ausl romagnole secondo gli interessi del dominus politico ravennate.

Non ci pare che al di là della vicinanza ad Errani e della fedele esecuzione dei suoi disegni il Direttore generale di Area vasta possa vantare grandi risultati : mentre tutte la Ausl hanno razionalizzato la rete dei posti letto pare che nulla di simile sia stato fatto nei 3 ospedali generali di Ravenna (Ravenna, Faenza e Lugo) che registrano fra l’altro una migrazione sanitaria verso l'esterno del 20% , dimostrando che non è certo quella realtà il paradiso della sanità. Dovrebbero spiegare se è vero che gli attuali direttori generali delle diverse Ausl sono già stati obbligati a perseguire gli obiettivi dell’Area Vasta, ancor prima della sua costituzione, dimostrando questo fatto che gli Amministratori locali devono essere solo degli esecutori di decisioni prese dall’alto e altrove.

Questo folto gruppo di politici fedeli al capo paiono essere del tutto indifferenti al fervore che sta accompagnando questa vicenda riguardante la spartizione dei posti e delle posizioni strategiche.

Dovrebbero però giustificare i tentativi di dismettere in favore di Ravenna e Cesena di ben 5 funzioni primariali, in cambio della responsabilità degli affari generali ad un protetto della direttrice generale di Forlì, favorendo prepensionamenti, al fine di consegnare alle due città la responsabilità di Area Vasta nei settori che scomparirebbero a Forlì : se a Forlì non c’è più una funzione è evidente che toccherà ad altri guidare quel dipartimento con l’indubbio impoverimento del nostro territorio.

Dovrebbero spiegare se esiste il proposito di assegnare a Ravenna la responsabilità di Area vasta del Dipartimento di Prevenzione e a Cesena quella veterinaria e se questo non risponda alla esigenza di assicurare una maggiore “comprensione” per le esigenze di due territori che soffrono rispettivamente per un insopportabile livello di inquinamento il primo e per i problemi derivanti dalla presenza di giganteschi allevamenti il secondo. Tutto questo accade accompagnato dall’assordante silenzio dei primari che sapendo bene di dovere in massima parte la loro nomina ai direttori generali non profferiscono verbo che possa in qualche modo essere sgradito alle scelte già fatte da chi li promuove.

Vogliamo sapere bene quali sono i progetti del locale “partito delle tenebre” sull’IRST, che comprendono lo scambio di poltrone Pinza – Masini e il progetto di cui si intravede il disegno volto a trasformare tutta la struttura oncologica compresa quella del Morgagni in struttura privata , dopo aver impoverito l’ospedale pubblico. Da tempo ci battiamo perché vorremmo che venissero alla luce chiaramente le iniziative della Fondazione Cassa di Risparmi a servizio di questo disegno.

Parte rilevante della operazione, nel versante cesenate, è rappresentata dal nuovo ospedale a Pievesestina e sarebbe interessante sapere se è vero ( ma abbiamo ragione di ritenere che lo sia, come sempre in questi casi ) che alcuni “svegli” affaristi avrebbero già opzionato i terreni dove dovrebbe sorgere il nuovo ospedale di Cesena e se altri o gli stessi “ svegli “ affaristi sono nella cordata che si profila per trasformare l’attuale Bufalini in un residence.

La realizzazione del nuovo Bufalini di Pievesestina ( 300 milioni di euro ? ) sembra essere legata all’altro progetto di cementificazione del territorio costituito dal nuovo stadio con le connesse strutture di tipo commerciale e terziario, le cui comuni necessità di varianti alla pianificazione urbanistica fanno massa critica capace di soddisfare molteplici interessi. Tutte le volte che le più pessimistiche ipotesi si profilavano con tutta la loro carica negativa esse sono poi puntualmente state superate da realtà ancora più tragiche.

Per tutti questi motivi i Verdi ritengono che l’operazione debba essere riconsiderata nel suo complesso e che prima di fare ulteriori passi in avanti debbano essere attentamente, scientificamente, tecnicamente ed economicamente valutati tutti gli elementi necessari per comprendere la valenza della c.d. Area Vasta e soprattutto se e quali vantaggi essa è in grado di assicurare al territorio forlivese e a quello romagnolo.

Sauro Turroni

Federazione dei Verdi Forlì-Cesena

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