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Cronaca

Riorganizzazione delle automediche, i sindacati chiedono un confronto con sindaci e direzione dell'Ausl

"Come Uil di Cesena, Forlì, Ravenna e Rimini abbiamo sollecitato sia la conferenza sanitaria territoriale sia la Direzione dell’Ausl della Romagna ad aprire un confronto sul progetto di sviluppo del 118"

Dopo la soppressione, dal 1° dicembre, di una delle 3 automedicalizzate della provincia di Ravenna apprendiamo di ulteriori azioni da parte dell’Ausl della Romagna volte ad una riduzione delle automedicalizzate, nello specifico le postazioni di Meldola e di Rimini a partire dal 1° gennaio: azioni che sarebbero state presentate ai sindaci all’interno di un più ampio progetto di sviluppo del sistema di soccorso preospedaliero Romagna. Allo stato attuale la Uil, pur in una interlocuzione costante sia con la Conferenza sanitaria sia con la Direzione Aziendale, non hao mai avuto alcuna possibilità di confronto in merito al progetto complessivo di sviluppo del sistema dell’emergenza territoriale, nè tantomeno delle modifiche “dinamiche” del sistema di soccorso 118 che consentirebbero di utilizzare in modo più efficiente i mezzi di soccorso": lo rileva una nota del sindacato Uil.

Che continua: "In particolare, sarebbe auspicabile conoscere le eventuali ricadute sui profili professionali degli operatori del 118 coinvolti e sul reale efficientamento, o razionalizzazione in peggio, della risposta alle collettività locali in termini di gestione avanzata delle emergenze e soccorso preospedaliero in Romagna. Non vorremmo che tale progetto di sviluppo possa rappresentare, in Romagna, una risposta peggiorativa rispetto alla riflessione in corso a livello regionale del sistema dell’emergenza urgenza più volte annunciata dall’assessore Donini. Per queste ragioni, unitamente al fatto che la tematica non è mai stata oggetto di alcun approfondimento, come Uil di Cesena, Forlì, Ravenna e Rimini abbiamo sollecitato sia la conferenza sanitaria territoriale sia la Direzione dell’Ausl della Romagna ad aprire un confronto sul progetto di sviluppo del 118 e della intera rete dell’emergenza urgenza in Romagna, così come è sempre avvenuto in occasione di rilevanti modifiche e riorganizzazioni dei servizi resi ai cittadini".

Sul caso della soppressione delle 3 automediche interviene anche la Cgil di Forlì, Cesena, Ravenna e Rimini: " E’ evidente che un progetto di tale portata comporta ricadute sia sui cittadini in termini di servizio che sul personale sanitario coinvolto, in particolare medici ed infermieri. Per tale ragione non possiamo condividere né nel metodo né nel merito una scelta attuata senza un confronto tra le Organizzazioni Sindacali Confederali e di Categoria con la Conferenza territoriale socio-sanitaria e la Direzione dell’Azienda Ausl Romagna; confronto che riteniamo oggi più che mai urgente, perché tante sono le domande e le criticità su cui chiediamo risposte. Da cosa accadrà quando i flussi turistici aumenteranno; a come è possibile presidiare un territorio così vasto passando da 12 a 9 auto medicalizzate; a quali garanzie verranno fornite agli infermieri nei confronti di situazioni critiche fino a poco tempo fa gestite con procedure mediche".

E prosegue la Cgil: "La motivazione addotta, come sempre, sta nella statistica e nel numero di interventi che il mezzo di soccorso medicalizzato effettua. Riteniamo inaccettabile che un progetto di riorganizzazione del sistema di soccorso preospedaliero, con le criticità che tutti conosciamo e la scarsità di professionisti, entri in vigore con un taglio dei servizi ai territori senza un confronto preliminare. Sorge il sospetto che l’urgenza con cui si vuole attuare il provvedimento sia solo l’anticipo di altre misure che incidono sulla capacità di tenuta del Sistema Sanitario pubblico, in assenza di un quadro definito quantomeno a livello regionale. Questa riorganizzazione nasconde forse degli ulteriori tagli ad un sistema già agonizzante?"

"Non sarebbe stato meglio un confronto preventivo per mantenere il servizio quantomeno nelle ore diurne? Non è possibile che ancora una volta i tagli al Sistema Sanitario Nazionale, da noi denunciati anche con lo sciopero generale del 16 dicembre contro la manovra finanziaria del Governo, ricadano sui cittadini e sugli operatori. Ci auspichiamo perlomeno da questa Azienda Sanitaria della Romagna e dalla Presidenza della Conferenza Territoriale Sociosanitaria un maggior coinvolgimento nella Regione che ha sottoscritto il Patto per il Lavoro e il clima, in modo da garantire la qualità della risposta pubblica al territorio e agli addetti ai lavori le maggiori tutele possibili e la giusta gratificazione professionale ed economica", conclude la Cgil.

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