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Solidarietà

Avis e Diocesi si tendono la mano in nome della cultura del dono

Nell’incontro di giovedì, una delegazione dell’Associazione si è recata in Curia per incontrare il vescovo Corazza

Fare squadra attorno alla promozione del dono gratuito di sé a favore del prossimo è facile per due realtà che pongono questo valore al centro della propria missione. A partire da questo punto di incontro si è sviluppato il dialogo che ha visto coinvolti il vescovo Livio Corazza, e una delegazione dell’Avis Comunale di Forlì. All’incontro, che si è svolto giovedì nella Curia Vescovile, hanno partecipato, in rappresentanza dell’Associazione, il presidente Roberto Malaguti, il tesoriere Mirco Bresciani, il dottor Marco Gentile (responsabile dell’Unità di Raccolta), il consigliere con delega alla Formazione Michele Donati, la consigliera con delega alla Stampa Laura Bertozzi e Alessandra Agirelli (responsabile amministrativa).

Sebbene Avis Forlì abbia chiuso l’anno 2022 con un incremento del numero di donatori e donazioni effettuate rispetto all’anno precedente, ci sono ancora margini di miglioramento che l’Associazione si sta impegnando a perseguire: infatti, in relazione al totale della popolazione in età donazionale sul comprensorio, una crescita consistente è ancora possibile. Inoltre, il gesto gratuito, volontario e anonimo del dono di sangue e plasma da parte di un territorio dalla forte vocazione solidale come quello forlivese non ha solo l’effetto di rispondere al fabbisogno locale, ma può contribuire anche alle esigenze di altre aree italiane che stentano a raggiungere l’autosufficienza.

Proprio al fine di rafforzare questo circolo virtuoso, i rappresentanti di Avis Forlì sono stati accolti dal vescovo Corazza, per poter strutturare insieme alla Diocesi di Forlì-Bertinoro un percorso di collaborazione che ha un duplice scopo: da una parte, promuovere la cultura del dono e il reclutamento di volontari motivati a sostenere l’attività di Avis Forlì nelle parrocchie e in sinergia con Uffici diocesani e movimenti cattolici; dall’altra, adempiere alla vocazione dell’Associazione di mettersi a disposizione della comunità di appartenenza e della Diocesi.

Nel corso del proficuo scambio, diverse sono state le proposte emerse: dall’ipotesi di invio di un’autoemoteca fuori dalle parrocchie per la raccolta di adesioni da parte di potenziali nuovi donatori, all’organizzazione di momenti dedicati alla sensibilizzazione. Particolare attenzione è stata rivolta, da parte del vescovo Corazza, ai giovani che si stanno preparando a partecipare alla Gmg di Lisbona, in quanto potenziali destinatari del messaggio di Avis Forlì, e agli Scout, che a breve festeggeranno in centro storico il centenario della fondazione del movimento in città.

"Se crescono le donazioni di sangue, cresce anche la cultura del dono a beneficio di tutti - ha dichiarato Corazza, già donatore Avis (quando era più giovane) -. Come il nostro corpo ha bisogno di sangue per vivere, così il corpo sociale ha bisogno di gratuità e di solidarietà. Siamo consapevoli di essere tutti sulla stessa barca".

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