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Cronaca

Azione Cattolica salpa a vele spiegate: "Aderire vuol dire guardare al futuro con speranza"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ForlìToday

Il mare non ci fa paura. È questa l’eco che vorremmo sentire risuonare dall’adesione all’Azione Cattolica. A ciascuno di noi è chiesta una sfida inedita: essere marinai in condizioni metereologiche avverse. È chiesto di condurre la barca dell’esperienza associativa e del suo stile in un mare “strano”, dove la visibilità è ridotta e nel quale gli scogli sono in agguato. Mancano le carte nautiche di questo tracciato, c’è solo una bussola che indica sempre verso un nord polare… a forma di crocifisso. 

Ma a soffiare, oltre a un vento di tempesta, c’è anche il vento dello Spirito che con questa esperienza ci chiede di operare un autentico “moto di rivoluzione”. Il tempo del distanziamento non è concluso, l’essere cristiani ci insegna che per unirci non esiste un collante più forte di Cristo. Una forza che, come per la forza gravitazionale ed elettromagnetica, agisce nonostante il “distanziamento”.  Come ogni anno, siamo in cerca di passeggeri, vecchi e nuovi, per questa splendida barca. 

Ci chiediamo perché tornare o entrare a far parte dell’equipaggio dell’Ac. Perché dire di sì alla chiamata, perché tornare ad aderire. O perché farlo proprio quest’anno strano per la prima volta. Adesso il fare parte dell’Ac chiede di impegnarci ancora di più nelle relazioni, che, fuori dai grandi eventi la cui fattibilità è incerta, ci interroga nel ripensare lo stile di prossimità, di incontro in piccoli gruppi, di accompagnamento personale degli aderenti. Essere laici che vivono le sfide quotidiane nelle nostre vocazioni ci chiede di avere a cuore tutti ma soprattutto ciascuno. 

È più facile, forse, avere a cuore “tutti”: ci basta pensare a un momento/incontro “aperto a tutti” per essere a posto. Ma per avere a cuore “ciascuno”, c’è bisogno di avere a cuore un nome e un cognome, una vita, una relazione, ma anche un numero di telefono, una via e un indirizzo. È più faticoso e non ammette scorciatoie. Questa è la scommessa dell’adesione quest’anno. 

Un impegno che vuole essere, nonostante le difficoltà oggettive, una scommessa inclusiva e non esclusiva, aperta a nuove persone, con uno sguardo attento per chi resta indietro. Una scommessa che, per quanto possibile, è da affrontare con metodi nuovi, creativi, moderni, con un alfabeto rinnovato dove non è la quantità ma la qualità a fare la differenza.  Aderire all’Ac, oggi, vuol dire guardare al futuro con speranza, con fiducia, con entusiasmo, maturando un noi più grande. E allora, usciamo dal porto e salpiamo a vele spiegate.

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